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Superstar

Pubblicato il 31 agosto 2012 da Salvatore Salviano Miceli


Superstar

Difficile resistere alle lusinghe del successo e della fama, ma ancora più complicato è certamente imparare a gestire una notorietà non voluta né desiderata, e soprattutto arrivata priva di alcun preavviso e apparentemente senza motivo.
È quello che accade a Martin Kazinski, protagonista del film di Xavier Giannoli in concorso. Liberamente ispirato al racconto L’idole di Serge Joncour, Superstar - The man Who didn’t want to be famous riflette con ironia ed efficacia sulla capacità dei media di creare "un mito" dal nulla, sulla leggerezza con cui una società ormai fagocitata dalle leggi televisive sia tanto veloce a recepire acriticamente qualsiasi input quanto violenta nel dimenticarlo dopo breve tempo e, infine, su quanto facile sia stravolgere la vita di una persona senza considerazione alcuna delle inevitabili conseguenze.
Dopo il bell’esordio di qualche anno fa con A L’Origine, presentato in competizione a Cannes, Giannoli si conferma regista di talento grazie a un film che, pur non raggiungendo per qualità e bellezza il risultato della sua prima prova, risulta alla fine ben equilibrato, divertente e, come detto, non privo di numerosi spunti di riflessione.
Funziona il volto, stupito e smarrito, di Kad Merad così come lo sguardo perso tra rimorso e ambizione di Cecile De France ma, soprattutto, funziona una sceneggiatura tagliente, spesso condotta, bene, sul rischioso binario del paradossale. Pur trattandosi di una tematica in fondo abbastanza abusata, raramente il film si concede a retoriche prese di posizione anti televisive, mostrandosi abile a mantenersi alla larga da eccessi ridicoli che avrebbero finito per appesantirlo.
Non è data da sapere la "colpa" originale del protagonista, la causa cioè di un successo straripante, fragoroso e improvviso. Poco importa perché, per quanto la curiosità solleciti le più disparate ipotesi, non è il suo svelarsi a regalare un senso a Superstar. Sebbene i media siano esposti alla analisi e alla critica, infatti, siamo ben lontani dalla ferocia stucchevole e ormai noiosa di apocalittiche invettive. Piuttosto il film resta un divertito ritratto del cinismo, della superficialità e dell’opportunismo che si celano dietro determinate scelte produttive.
Non esente poi da critiche la società, incapace di scegliere e passiva interlocutrice di un dialogo che per forza di cose appare sbilanciato. Così diventa quasi impossibile resistere alla tentazione di mettere da parte la propria vita, banalmente ripetitiva e sempre uguale a se stessa, per seguirne, a metà tra istinto da voyeur e volontà da stalker, un’altra considerata straordinaria, a volte senza un perché.


CAST & CREDITS

(Superstar); Regia: Xavier Giannoli; soggetto: basato sul romanzo L’Idole di Serge Joncour; sceneggiatura: Xavier Giannoli, Marcia Romano; fotografia: Christopher Beaucarne; montaggio: Celia Lafite Dupont; musiche: Mathieu Blanc-Francard; interpreti: Kad Merad (Martin Kazinski), Cecile De France (Fleur Arnaud), Louis-Do De Lencqesaing (Jean-Baptiste); produzione: Rectangle Productions, Wild Bunch, Studio 37, France 3 Cinema, Scope Pictures; distribuzione: Wild Bunch; origine: Francia 2012; durata: 112’.


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