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Sylvain Chomet L’illusionista vince il Premio Amidei per la sceneggiatura

Pubblicato il 2 settembre 2011 da Carlo Dutto


Sylvain Chomet L'illusionista vince il Premio Amidei per la sceneggiatura

Sylvain Chomet per il film L’illusionista ha vinto il Premio Amidei 2011 per la Migliore Sceneggiatura. Un premio quanto mai importante perché conferito ad un film d’animazione, il primo mai premiato nella storia trentennale del festival goriziano.

Il premio è stato assegnato con le seguenti motivazioni:

per aver dimostrato come, anche in un film di animazione, si possono scrivere personaggi incantevoli e originali, cui la delicata perfezione del disegno offre ulteriore profondità; per la valorizzazione del soggetto e dell’opera di Jacques Tati, e dunque per aver realizzato il sogno di tanti cinefili, quello di poter vedere ancora una volta sullo schermo le creature del maestro francese; e infine per aver dimostrato come l’affetto per la cultura cinematografica del passato sia il migliore trampolino per giungere ai più alti risultati artistici".

Lo stesso Sylvain Chomet ha così commentato il premio:

Ringrazio per questo premio che omaggia anche un grande del cinema francese quale Jacques Tati è stato. Il suo cinema è simile a quello italiano ma senza le parole. Molti hanno rimproverato a Tati di essere troppo legato al passato, invece era moderno, visionario e sapeva prevedere il futuro. Quando ha scritto la sceneggiatura dell’illusionista ha saputo vedere la fine di un’epoca

Chomet ha poi aggiunto: “Il mio prossimo film non sarà un film d’animazione, al contrario sarà un film molto visivo, musicale, basato sulla danza. Voglio fare delle coreografie con gente che non sa ballare, che non ha un corpo adatto alla danza, al movimento. Amo molto “L’illusionista” ma non voglio fare due film malinconici di seguito. Voglio che il prossimo film sia molto divertente

Ospite del Premio Amidei anche Francesco Bruni in qualità di giurato che ha dichiarato:

Il film di Chomet ha messo d’accordo tutti. E’ semplice e contemporaneamente ha un’idea di sceneggiatura fortissima pur essendo senza dialoghi. E poi, premiare questo film ci ha permesso, grazie ad un paradosso temporale, di premiare anche Jaques Tati, un maestro per me e per tutti noi sceneggiatori


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