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YOUR HONOR - Teste di serie

Pubblicato il 31 marzo 2021 da Matteo Galli
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YOUR HONOR - Teste di serie

Forse non tutti sanno che romanzi celeberrimi e non brevissimi come Le affinità elettive di Johann Wolfgang Goethe (1809) o La montagna incantata (1924) di Thomas Mann nacquero in prima battuta come novelle. Il primo era in origine contenuto all’interno della continuazione della saga di Wilhelm Meister, intitolato Gli anni di pellegrinaggio, il secondo doveva essere un pendant umoristico a La morte a Venezia. Poi, nel corso del tempo, il plot si è complicato, il numero dei personaggi è cresciuto e i due autori hanno capito che l’opera avrebbe finito per debordare e dunque hanno trasformato le novelle in romanzi. Poi ci sono i romanzi ottocenteschi a puntate, i cosiddetti feuilleton, opere di autori che per aumentare i guadagni allungavano a dismisura i loro testi protraendoli per settimane e mesi, pensate ai tre grandi scrittori europei, il cui cognome inizia con la lettera “D”: Dickens, Dostoevskij e Dumas, capaci come pochi altri di dilatare le loro opere spesso in modo alquanto credibile.

Le serie televisive – il feuilleton contemporaneo – sembrerebbero funzionare in modo analogo, dando vita a una dilatazione volumetrica di diverse tracce narrative e di una miriade di personaggi, spesso ricorrendo alla tecnica del lento avanzamento parallelo di più trame che di tanto in tanto vengono a incrociarsi. Peccato che non siano moltissime le serie nelle quali il rapporto fra il materiale narrativo sviluppato e il tempo utilizzato risulti davvero adeguato. Ciò vale ovviamente per le serie costruite su più stagioni ma vale anche per le miniserie che pure, in partenza, decidono di “concentrare” il testo su un minutaggio inferiore. Inferiore sì, ma sempre incomparabilmente superiore alla durata di un film, centoventi minuti e dintorni.

Queste riflessioni di carattere generale ci sono parse particolarmente calzanti al termine della visione di una miniserie intitolata Your Honor , trasmessa su Sky Atlantic al ritmo di due puntate a settimana e dunque giunta a conclusione dopo cinque settimane. La serie presenta subito, dopo pochi minuti della prima puntata, il quesito di fondo: un giudice che ci viene mostrato come persona retta ed empatica ha un figlio che per disattenzione provoca un incidente in cui ci lascia le penne un ragazzino suo coetaneo che ha un unico grande difetto: è il figlio del boss della malavita locale. Non ci sono testimoni. Se si dovesse venire a sapere che il figlio ha la colpa dell’incidente, il boss non aspetterebbe nemmeno che la giustizia facesse il suo corso, non andrebbe troppo per il sottile, applicherebbe alla lettera la legge del taglione. E allora il giudice si trova di fronte alla questione non di poco conto se comportarsi come ha sempre fatto o se – per salvare il figlio, segnato fra le altre cose dalla precoce perdita della madre, uccisa in un agguato e per giunta asmatico (l’incidente è stato causato dal maldestro tentativo del ragazzo di recuperare l’inalatore caduto dal sedile del passeggero) – trovare un escamotage per salvare la pelle del figlio. Su questo dilemma ruota la serie che si arricchisce di alcuni importanti personaggi secondari (il presunto assassino, l’assassino del presunto assassino, altri detective/avvocati che a un certo punto capiscono che cosa nasconde il giudice di specchiata virtù), ma ben presto si incista su sé stessa per le ragioni di cui sopra, il materiale è un po’ scarsino. A nulla o a poco vale il setting, che è New Orleans con tutte le tensioni interetniche fra bianchi e neri, il controllo del territorio e persino, qua e là, l’indotto dixieland che si porta dietro. Per carità, due o tre puntate sono ben costruite, c’è tensione, ci sono momenti in cui il legal thriller funziona e Bryan Cranston, reduce da Breaking Bad , risulta alquanto credibile. Ma nell’insieme si poteva provare a fare un film, non una serie, neanche una miniserie. Che speriamo non continui, anche se l’ideatore Peter Moffat ha lasciato aperta la questione.


Your Honor - genere: miniserie, crime drama, legal drama; showrunner: Peter Moffat ; interpreti principali : Bryan Cranston, Hunter Doohan, Hope Davis, Sofie Black- D’Elia, Isiah Whitlock Jr., Michael Stuhlbarg, Carmen Ejogo produzione: King Size Productions, Moonshot Entertainment, CBS Studios origine: USA 2020; durata: 545’ (10 puntate da 54-63 minuti).


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