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THE BEAUTIFUL WASHING MACHINE

Pubblicato il 28 novembre 2004 da Mazzino Montinari


THE BEAUTIFUL WASHING MACHINE

Il cinema malese qui a Torino aveva trovato spazio nella passata edizione con un’ampia selezione di opere. Quest’anno, quasi a chiudere il cerchio, è in concorso con il film The beautiful washing machine (La bellissima lavatrice) di James Lee. Un lavoro realizzato in digitale che, probabilmente, non per scelta ma per mancanza di fondi non è stato ancora riversato in pellicola. Questo, ovviamente, vuol dire poco. Quello che conta per un giudizio è il film. E da questo punto di vista, il quarto lungometraggio di Lee mostra degli spunti interessanti.
La storia è quella di una vecchia lavatrice verde usata che ormai è fuori mercato, pronta alla rottamazione. Nonostante tutto, c‘è chi incurante dei progressi tecnologici, decide comunque di acquistarla. Probabilmente, detesta l’idea che una macchina funzioni da sé così come accade con i nuovi prodotti tecnologici. E’ a questo punto, però, che succede qualcosa di misterioso e che dà al film un tocco tra il fantastico e l’horror. La lavatrice verde inizia a spegnersi e accendersi per conto suo, indipendentemente dai comandi del proprietario. E non finisce qua. Dalla lavatrice prende corpo una giovane donna. Il proprietario, che aveva perso ogni speranza di poter esercitare un dominio sulla macchina, senza cogliere alcuna distinzione tra oggetti inanimati e animati, sottomette la donna facendole fare ogni tipo di lavoro fino a costringerla a prostituirsi. In seguito, ritroveremo sia la lavatrice che la donna in un’altra casa. Questa volta, il proprietario è un uomo anziano, ma poco importa, il maschilismo non è una questione generazionale, colpisce giovani e vecchi.
Oltre al tema uomo-donna e alle leggi arbitrarie che ne regolano le relazioni, Lee mostra durante l’intero film, attraverso una narrazione lenta e rarefatta e forse un po’ troppo autocompiaciuta che ammicca a un certo cinema asiatico, la solitudine di individui schiavi della loro noia. Inquietanti, sono le scene in quei giganteschi ipermercati che offrono merce di ogni tipo, fuorché la gioia di vivere. Paralizzati davanti a polli di marche diverse o a preparati per sugo o a chissà cos’altro, gli individui raffigurati da Lee sono i rappresentanti di un’umanità senz’anima che ha perso ogni contatto con la vita. Paradossalmente, è proprio nella vecchia lavatrice verde che si manifesta l’unica forma di vita ancora autentica.

[novembre 2004]

Cast & Credits:

regia, sceneggiatura: James Lee; fotografia: Teoh Gay Hian; scenografia: Rogue Chanv; montaggio: Grace Tan; musica: Berg Lee; suono: Vincent Poon; interpreti: Loh Bok Lai, Patrick Teoh, Berg Lee, Amy Len, Yap Kok Chong, Chin Lee Ling; produttore: Lorna Tee; produzione: Doghouse 73 Pictures; formato: betacam sp, colore; durata: 113’; origine: Malesia 2004.

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