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The Iceman

Pubblicato il 5 febbraio 2015 da Francesca Polici
VOTO:


The Iceman

Ha il volto sofferente di Micheal Shannon il Male, quello tanto atroce da essere inspiegabile, e proprio per questo tanto più “affascinante” nella sua irriducibilità al raziocinio, nel suo sfuggire a qualsiasi spiegazione che lo possa addomesticare.
The Iceman di Ariel Vromen romanza la vera storia di Richie Kuklinski, sicario della malavita di Jersey City che tra gli anni Cinquanta e il 1986 del suo arresto ha ucciso più di cento persone. Il regista, che trae questo film dal libro di Anthony Bruno The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer, prende la saggia scelta di non cercare di spiegare il suo mostro, ad eccezione di qualche flashback in cui si vede il padre picchiarlo da bambino, e si limita a raccontarlo: dal momento in cui conosce la futura moglie Deborah (la non più eterna bambina Winona Ryder) alla sua classica e tragica caduta. Interamente votato alla violenza, il protagonista si trova in maniera quasi naturale – per il suo sangue freddo – a diventare un killer prezzolato per il mafioso Roy DeMeo (Ray Liotta). A fare da contraltare alla sua storia sanguinosa c’è la famiglia, quella costruita appunto con Deborah, da cui ha due bambine, e che ci viene mostrata come l’unico legame di Richie col mondo, il suo unico amore ed interesse. E’ questo il tratto caratterizzante che il regista americano da alla sua versione del vero killer Richard Kuklinski, facendo ruotare il film sul forte contrasto tra un amore intensissimo per delle persone – la famiglia appunto – ed il suo rovesciamento nella totale assenza di empatia nei confronti degli altri, del mondo esterno fatto di potenziali vittime (ad eccezione del rifiuto di uccidere donne e bambini). L’intento è insomma quello di creare un tradizionale antieroe tragico con cui il pubblico è portato in fondo ad empatizzare al di là della deprecazione morale, a costo di forzare quella che la cronaca riporta come la vera storia di Kuklinski, tendente al grigiore di un male uniformemente diffuso piuttosto che al chiaroscuro della controversa personalità che ci viene mostrata sullo schermo.
L’intento, sulla carta non deprecabile per se, stenta però ad assumere lo statuto tragico a cui il regista mira, lasciando questa suggestione a livello superficiale, senza che essa entri nel cuore delle dinamiche del film e nei personaggi che le originano.
Anche a livello stilistico The Iceman, pur costruito abilmente, non ha vette eccezionali né scene memorabili , esclusa una sequenza in cui Kuklinski e il suo complice Robert (Chris Evans) macellano indifferenti le loro vittime precedentemente congelate. L’intera efficacia del film riposa quasi esclusivamente sulla capacità del sempre straordinario Micheal Shannon di infondere vera vita nel suo personaggio, concentrando sul suo volto apparentemente impassibile tutte le possibili sfumature del tormento di quello che è pur sempre, inspiegabilmente, un uomo.


CAST & CREDITS

(The Iceman) Regia: Ariel Vromen; sceneggiatura: Morgan Land, Ariel Vromen dal romanzo The Iceman. The True Story of a Cold Blooded Killer di Anthony Bruno; fotografia: Bobby Bukowski; montaggio: Danny Rafic; musica: Gaun Nazar; scenografia: Nathan Amondson, Teresa Visinare; interpreti: Micheal Shannon (Richard Kuklinski), Winona Ryder (Deborah), Ray Liotta (Roy DiMeo), Chris Evans (Robert); produzione: Millennium Films; origine: Stati Uniti; durata: 98’


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