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The Rossellinis

Pubblicato il 6 dicembre 2020 da Matteo Galli
VOTO:


The Rossellinis

Dopo la sua Prima al Festival di Venezia 2020 (nella sezione "Settimana della critica"), ora visibile a pagamento su Apple TV | Google Play | Rakuten Tv | TIMvision | Infinity | Chili TV | You Tube

Il documentario che Alessandro Rossellini alla non più giovanissima età di 55 anni ha girato sulla propria famiglia, la famiglia Rossellini, dal significativo titolo The Rossellinis evoca fin dal titolo il concetto di clan con tutte le componenti e le allusioni che la parola comporta, compresa addirittura quella mafiosa, una volta almeno esplicitamente menzionata nel testo. Si tratta di un film che, partendo dal caso specifico di Alessandro, quasi sempre in scena col proprio corpo (per sua stessa ammissione) non particolarmente attraente e con la propria voce, cerca di venire a capo di un fenomeno che fra il serio e il faceto, qua e là con qualche punta di patetismo e autocommiserazione, viene definito la “rossellinite”, una patologia come indica il suffisso in – ite, ovvero lo stigma e l’ossessione di questa grande famiglia.

In che cosa consisterebbe la rossellinite, la patologia? In primo luogo consiste/consisterebbe nella presenza ingombrante e castrante della figura archetipica di RR, il nonno di Alessandro, il regista di Roma città aperta , il capostipite della rinascita del cinema italiano, insomma uno dei grandissimi registi della storia del cinema. Roberto Rossellini, il nonno: un super-io schiacciante che ha (avrebbe) implicitamente costretto tutti ad essere alla sua altezza in termini di talento se non addirittura di genialità. Ma siamo certi? Sul passato prossimo vs condizionale passato si regge un po’ tutto il film. Non sembra cioè che, fatto salvo il regista nonché io narrante con alle spalle una vita piuttosto tormentata, decisamente senz’arte né parte, con lunghi trascorsi di droga e poi anche un tortuoso percorso di disintossicazione (forse, chissà, con questo film come ulteriore occasione di riscatto), tutti gli altri siano finiti in condizioni così disastrose. O meglio: ci sono malattie, ci sono infelicità sentimentali e tante altre brutte faccende, ma sono cose che succedono nelle migliori famiglie e non in particolare o con particolare accanimento nella famiglia Rossellini. Insomma che la famiglia, la Famiglia sia da considerarsi nella stragrande maggioranza dei casi come una istituzione fondamentalmente danneggiante/castrante non lo scopriamo adesso, ma che la famiglia Rossellini lo sia stato più delle altre si fa fatica ad accettarlo, rispetto a famiglie davvero “maledette”, tipo che so io i Kennedy.

Ciò premesso, il film si regge sull’alternanza di materiale documentario molto bello in parte inedito, tratto dall’archivio familiare dove molti – questo sì da leggersi come un vero condizionamento, a meno di non voler credere alla genetica - hanno fatto ricorso al cinema come materiale espressivo (è questa la parte più interessante del film), e il protagonista-regista che vaga per il mondo andando a incontrare quasi tutti i parenti, quasi tutti ancora vivi. Così incontriamo via via la frastagliata costellazione familiare: il secondo figlio di Roberto, Renzo (padre di Alberto), di cui ricordiamo la collaborazione paterna già a partire dagli anni ’60 e la dirigenza della Gaumont Italia (mentre il primo figlio Romano era morto giovanissimo già nel primissimo dopoguerra); la madre afroamericana di Alberto (avuto da Renzo), degente in una clinica in America; le zie gemelle, Isabella e Isotta (Ingrid) e lo zio Robertino, playboy che adesso vive in Svezia in un’isola; e poi avendo optato per il lato materno, la zia Nur convertita all’Islam, sesta figlia di Roberto avuta dalla terza moglie Sonali Das Gupta - con passaggi in Italia, in varie zone degli USA, in Svezia e persino a Doha.

Questi incontri-interviste, non sempre particolarmente spontanei, fanno un uso molto marcato e decisamente stucchevole dell’effetto di straniamento perché Alessandro si chiede di continuo il senso di ciò che sta facendo, guardando in macchina o nella camera del cellulare. Oltre ad interpellare tutti circa la sussistenza della presunta rossellinite, il neoregista ripassa in rassegna conflitti e dispetti fra i vari componenti della famiglia, tutti in qualche modo ricomposti, come al più tardi dimostra la conclusione con la reunion finale. Però per un film di 98 minuti le cose da dire sono tutto sommato piuttosto poche.


CAST & CREDITS

The Rossellinis - Regia: Alessandro Rossellini sceneggiatura: Alessandro Rossellini, Andrea Paolo Massara, Davis Simanis; fotografia: Valdis Celmins; montaggio: Ilaria De Laurentiis; interpreti: Isabella Rossellini, Renzo Rossellini, Robin Rossellini, Ingrid Rossellini, Gil Rossellini, Nur Rossellini, Katherine Brown; produzione: B&B Film, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà, VFS Films,origine: Italia, Lettonia 2020; durata: 98’.


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