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The Strangers

Pubblicato il 1 gennaio 2009 da Simone Isola


The Strangers

Immaginate che qualcuno vi stia osservando, in questo preciso istante. Mentre leggete queste righe sul monitor del computer, nascosto all’angolo in ombra della stanza. Sono gli scricchiolii misteriosi che ci rendono difficile il sonno, che aumentano il livello di attenzione nel silenzio della notte, che non ci fanno dormire. C’è una figura che si avvicina minacciosa, col volto coperto da una maschera infantile. Voi non ve ne accorgete, ma è proprio dietro di voi. Non voltatevi, però, continuate a leggere. Non voltatevi, potrebbe farvi dei funny games. Fate come se non ci fosse. E’ difficile, lo so. Forse vi sentite come un cane di paglia, ma dovete restare calmi. Come direbbe Lucarelli-De Luigi: “Paura, eh?”. Questo sentimento assoluto, folle come l’amore, che ci rivela aspetti profondi della nostra personalità. Paura come espressione irrazionale, legata a particolari situazioni. Il luogo più familiare, rassicurante, può nascondere angoscianti, lugubre insidie; la vostra camera si trasforma in una sala degli orrori, con chissà quali entità pronte a colpirti. Entità sempre minacciose, mai immaginate come benevoli. E’ la nostra immaginazione, che rielabora i dati esterni come oscuri presagi. Ma timori e paure sono sempre legate alla nostra condizione, al nostro essere. Come la gelosia profonda per l’intimità; tra le paure più tipiche c’è senz’altro quella di trovare un estraneo in casa… Il cinema è stato capace di restituirci mirabilmente tali sensazioni, legandole spesso a desideri e repressioni inconsci. Nel caso di The Strangers questi riferimenti sono evidenti, quasi lampanti. E’ una traccia abusata, non una trama. Una situazione che l’esordiente Bryan Bertino delinea sommariamente, senza indugiare su descrizioni e orpelli narrativi. Il suo principale obiettivo è manipolare la nostra attenzione, far penetrare nella nostra mente il senso del mistero e presentare una minaccia tangibile.

Kristen e James sono due fidanzati in crisi. Sono lì per dare stabilità definitiva alla loro unione, magari con un matrimonio.. James ha preparato accuratamente ogni cosa: petali sparsi dappertutto, qualche buona bottiglia, luci diffuse, dolci prelibati. E un anello. La casa sembra il nido che deve dare solidità al sentimento dei due giovani. Ma non è così. Le paure sovrastano le certezze. Kristen non si sente pronta, ed il rifiuto fa crollare l’entusiasmo di James. Quella che sembra una notte d’amore si tramuta in un incubo di silenzi. Attoniti davanti alla tavola, i due giovani sembrano accettare la fragilità della loro unione. Ma qualcuno bussa alla loro villetta. Alla porta appare la silhouette di una donna. Fa domande senza senso, cariche di mistero. I due giovani restano di ghiaccio. ‘Qualcuno che si sarà perso’, pensano. E tra loro va sempre peggio; James decide di andare in città per comprare le sigarette. Ecco che la coppia, dissoltasi nella notte, si ritrova in casa tre figure assassine, con il volto coperto da una maschera. Sono esseri violenti, che vengono per colpire. Senza un motivo apparente. Because you were home.

The strangers coglie l’aspetto più universale della paura. E’ simile al piacere provato dal bimbo che si nasconde nell’armadio, che lo apre improvvisamente al passaggio di qualcuno; quell’istinto che gli fa ridere dello spavento provocato al fratellino o al piccolo amico. Sono situazioni classiche, sicuramente non originali, ma che possono essere declinate all’infinito in minime sfumature. Il genere è una sorta di coltellino svizzero, una serie di utensili da sfoderare per raggiungere uno scopo preciso. Possono essere i più diversi: il riso, il pianto, la paura, la rabbia. In The Strangers l’archetipo ha uno sviluppo efficace; il film è ben girato e recitato, carico di angoscia, con timidi riferimenti alle paure della vita di coppia. Sia chiaro, quando la minaccia e la violenza acquistano evidenza e fisicità (e perdono dunque quel quid di mistero) l’interesse per la vicenda cala vistosamente. Resta comunque un intrattenimento di alto livello, sicuramente non alimentare ma animato da gusto e passione cinematografiche. Aspettiamoci dunque nuovi brividi da Bryan Bertino, ancora alle prese, nel prossimo Alone, con un thriller da camera.


CAST & CREDITS

(The Strangers); Regia: Bryan Bertino; sceneggiatura: Bryan Bertino; fotografia: Peter Sova; montaggio: Kevin Greutert; musica: Tomandandy; interpreti: Liv Tyler, Scott Speedman, Gemma Ward, Kip Weeks, Laura Margolis, Glenn Howerton; produzione: Rogue Pictures, Intrepid Picturres, Vertigo Entertainment, Mandate Pictures; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA, 2008; durata: 85’


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