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The Tree of Life

Pubblicato il 17 maggio 2011 da Salvatore Salviano Miceli


The Tree of Life

Si ha sempre la sensazione, accostandosi ad uno qualunque dei cinque film di Terrence Malick, di compiere un furto. Tanto personali risultano le pellicole che cercare di tirarne fuori espressioni ed emozioni da consegnare ad una pagina bianca somiglia ad una intrusione nella psiche e nell’intimità del grande regista. È stato così sin dal suo straordinario esordio con Badlands per arrivare al non perfetto New World, passando per un capolavoro indimenticabile come The Thin Red Line.
Con The Tree of Life questa sensazione si amplifica perché da subito immagini e musica sembrano essere un riflesso spontaneo e sincero non solo della poetica di Malick ma della sua più ampia concezione della vita e delle forze, la natura su tutte, che la governano. E la potenza evocativa così come l’organicità delle immagini è dirompente.
La storia di una famiglia del ceto medio americano è solo una parentesi iscritta nella Storia immensamente più grande del cosmo. Assistiamo alla nascita dell’universo, alla formazione della crosta terrestre, all’apparizione dei primi organismi monocellulari poi evolutisi in dinosauri e alla nostra contemporaneità. Come fosse una continua danza fatta da e di elementi tra loro in continua opposizione, le immagini si compongono in giochi vorticosi di luce e di colori. L’uso del computer nella realizzazione di alcuni scenari è decisivo ma resta sempre assoggettato alle riprese naturali, dal vivo, a cui Malick non può rinunciare. Tutto assume quindi, pur nella più immaginifica consistenza, sapore di realtà. Così come perlopiù naturale è la luce catturata dalla macchina da presa. La musica si mischia ai suoni organici della natura costruendo una colonna sonora potente, eco di quel 2001: A Space Oddysey che resta più di un semplice riferimento nel film, fornendo quasi una direzione da seguire ed a cui ambire.
In questo trionfo, anche doloroso (perché la natura è madre come "matrigna" e The Thin Red Line era in questo ancora più esplicativo), c’è spazio per la vita. Vita che da semplice aggregazione cellulare diviene uomo. Ecco allora la storia della famiglia O’Brien, del padre (Brad Pitt) severo e rabbioso ma capace anche di tenerezze e passione, della madre (Jessica Chastain), tramite umano cui Malick affida le virtù di grazia e bellezza, di Jack (interpretato adulto da Sean Penn) cui spetta il compito di fornire i flashback intorno a cui si costruisce l’intera vicenda.
Di questa umanità, che lotta contro e nella natura, Malick si serve per dare rappresentazione delle continue illusioni di cui essa si nutre. L’Uomo, soprattutto nella figura paterna, finisce sconfitto due volte. Nella fede cieca e costrittiva che sembra venire meno alla morte di uno dei tre figli e nella disintegrazione del tipico sogno americano di colui che riesce a costruirsi da solo il proprio futuro affrancandosi da qualsiasi bisogno materiale. Un Jack ormai adulto, trasognato nella smarrita interpretazione di Penn, invaso dai suoi ricordi, ha come soluzione finale l’immergersi ancora una volta nella grande madre naturale. Solo allora, quando il suo tempo sarà trascorso, prenderà corpo la possibilità del ricongiungimento. E quello sarà il momento in cui il tempo cesserà di trascorrere e l’eternità potrà dirsi "finalmente" conquistata.
In questa elegia sulla vita e sulla morte la spiritualità si esprime sotto forma di gioia e dolore, di nascita e dissoluzione. Se dovessimo dire in una frase cosa racconta The Tree of Life dovremmo forse usare termini quali Dio, amore, sofferenza, principio e fine. Racconta dell’uomo e del mondo che lo ospita. Un mondo che c’era prima e ci sarà anche dopo la sua fine.
Lanciarsi in un giudizio è un esercizio quantomai soggettivo e, almeno in questo caso, assolutamente inutile. Il film di Malick si potrà odiare o amare, ritenerlo sbagliato o splendido e necessario. Di certo, possiede l’urgenza propria di ogni ricerca e il fascino inevitabile delle domande cui è impossibile fornire una univoca risposta. È l’opera più personale ed ambiziosa di un artista comunque unico e, cosa più importante, una esperienza che non si dimentica.


CAST & CREDITS

(The Tree of Life); Regia e sceneggiatura: Terrence Malick; fotografia: Emmanuel Lubezki; montaggio: Hank Corwin, Jay Rabinowitz, Daniel Rezende, Billy Weber, Mark Yoshikawa; interpreti: Brad Pitt (M. O’brien), Sean Penn (Jack), Jessica Chastain (Mme O’brien), Hunter Mccracken (Jack bambino); produzione: River Road Entertainment, Planetari B Entertainment, Brace Cove Productions; distribuzione: Europacorp Distribution; origine: Usa; durata: 138’


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