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The Wolfpack

Pubblicato il 26 ottobre 2015 da Antonio Napolitano
VOTO:


The Wolfpack

I sei fratelli Angulo hanno trascorso tutta la vita rinchiusi in un appartamento del Lower East Side di Manhattan, lontani dalla società civile. Soprannominati “the Wolfpack”, sono straordinariamente brillanti, si sono formati studiando a casa senza nessun conoscente al di fuori della famiglia e non sono praticamente mai usciti dal loro appartamento. Tutto ciò che conoscono del mondo esterno proviene dai film che guardano in maniera ossessiva e che rimettono in scena meticolosamente, utilizzando elaborate attrezzature sceniche e costumi fatti in casa. Per anni questo passatempo è stato per loro uno sfogo creativo e un modo per prevenire la solitudine: ma dopo la fuga di uno dei fratelli (indossando la maschera di Michael Myers per proteggersi), le dinamiche familiari sono cambiate, e tutti i ragazzi hanno cominciato a sognare di avventurarsi all’esterno.

Uno, nessuno e centomila. Da dove veniamo, cosa siamo, dove andiamo? Tutti i grandi enigmi del pensiero dell’umanità trovano piena ospitalità in The Wolfpack, documentario opera prima della regista newyorchese Crystal Moselle, che ha seguito per cinque anni questa originale famiglia, incontrata per caso in strada pochi giorni dopo la loro “evasione”, come ha dichiarato lei stessa: “È stato come scoprire una tribù a lungo dispersa, solo che non eravamo ai confini del mondo, ma sulle strade di Manhattan. Ero impressionata dalla loro apertura mentale, dal senso dell’umorismo, e ho instaurato con loro un rapporto di fiducia che non sarà mai possibile replicare. Ero al loro fianco mentre facevano esperienza del mondo esterno per la prima volta, rivivendo alcune delle mie prime volte e ricordandone eccitazioni e delusioni. È un incredibile viaggio per ognuno di noi, ed è strano pensare che questa storia non potrà mai essere raccontata allo stesso modo di nuovo, con lo stesso senso di innocenza e di scoperta”.

Quella della famiglia Angulo è una storia davvero singolare, che va al di là di ogni immaginazione, più cinematografica di qualunque film di fiction e non solo per l’aspetto metalinguistico della loro vita, che fa sembrare d’improvviso Be Kind Rewind di Michel Gondry una banale parodia, una fotocopia sbiadita rispetto alla brillantezza della realtà che è avvenuta per anni in un anonimo appartamento in cui erano state spente le luci della Grande Mela. Una tribù che, proprio perché a New York e non ai confini del mondo, più che isolarsi si è rintanata in una sorta di auto-protezione verso un mondo le cui leggi non erano in realtà né chiare né condivise. Una tribù che nella capitale dell’individualismo non riesce a esprimersi e che solo grazie al linguaggio artefatto e falsificato del cinema è riuscita a rompere le proprie inibizioni e a scendere in strada nel palco della vita. Ed è vero che guardando la storia dei fratelli Angulo, ci troviamo davanti ad “un incredibile viaggio per ognuno di noi”, perché quella storia automaticamente ci si ripercuote contro come pezzi di uno specchio infranto. Se è vero che sono stati vittima delle volontà del loro padre-custode, il mondo non si sarebbe mai accorto degli Angulo prima che Govinda, il secondogenito dei figli, decidesse di scendere in strada indossando una maschera (e ancora ritorna Pirandello!) e per giunta la maschera di un personaggio horror. Ecco, se è vero che The Wolfpack dà spazio agli infiniti quesiti senza risposta dell’umanità, una risposta inconsapevolmente però la dà e assume un valore quasi di prova scientifica, qualora ce ne fosse ancora bisogno, contro tutti i benpensanti e moralisti che si accaniscono verso gli horror e i film di violenza.

Una prova da laboratorio che nessuna mente sana avrebbe mai potuto mettere in atto, ma di cui i fratelli Angulo sono stati inconsapevolmente cavie: se chiudi in una casa sei ragazzi e li metti dalla mattina alla sera davanti ad una televisione per venti anni facendogli vedere horror (Tarantino e molti altri), questi non diventeranno automaticamente spietati serial killer, ma, come in questo caso, potranno rivelarsi invece sei ragazzi speciali e con uno sguardo del e sul mondo mai banale e omologato.


CAST & CREDITS

(The Wolfpack); Regia: Crystal Moselle; fotografia: Crystal Moselle; montaggio: Enat Sidi; musica: Danny Bensi, Saunder Jurriaans, Aska Matsumiya; interpreti: Bhagavan Angulo, Govinda Angulo, Narayana Angulo, Mukunda Angulo, Krisna Angulo, Jagadesh Angulo, Visnu Angulo, Susanne Angulo, Oscar Angulo; produzione: Kotva Films, Verisimilitude; distribuzione: Wanted Cinema; origine: USA, 2015; durata: 89’; webinfo: Sito Ufficiale


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