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THE YES MAN

Pubblicato il 21 giugno 2006 da Nicola Cordone


THE YES MAN

Un pamphlet sul genere di Fahrenheit 9/11, Bowling for Columbine o The Big One, più che un documentario vero e proprio: un’operazione a metà strada fra il reportage e la video inchiesta, in cui la dimensione verbale occupa un ruolo di fondamentale importanza nel generale disegno estetico del film. L’impronta televisiva marchia inequivocabilmente l’assetto complessivo dell’opera, ma non giustifica la scarsa circolazione cui è stata costretta la pellicola per ragioni di mercato: The yes men è il primo titolo dell’iniziativa Cinque pezzi facili, ovvero cinque lavori apprezzati da critica e pubblico internazionali, passati in alcuni importanti festival mondiali, ma “censurati” in Italia per motivi commerciali. Dan Ollman, Sarah Price e Chris Smith ricostruiscono le avventure dell’associazione no-global americana The Yes Men, dalla nascita allo scioglimento: due ricercatori universitari aprono un sito attiguo a quello del WTO (l’organizzazione mondiale del commercio), ricevendo così molte preziose informazioni e numerosi inviti a tenere conferenze in università, industrie e uffici pubblici; senza alcuna reticenza accettano le varie proposte organizzando burle, finti progetti, improponibili normative e trends paradossali allo scopo di mettere alla berlina i membri responsabili del WTO, colpevoli di ingiustizie economiche e sociali nei paesi in via di sviluppo. L’interesse precipuo del film scaturisce dai suoi contenuti originali, provocatori e sarcastici, trattati con giusta leggerezza e misura: siamo lontani dal magma materico e dalla caoticità del succitato Fahrenheit di Michael Moore, qui presente in veste di opinionista, e di fronte ad un “documentario” che non apre molte parentesi, né si avventura in ipotesi - molto spesso illazioni - che distraggono e disorientano, ma si concentra solo ed esclusivamente sui preparativi, lo svolgimento e le conclusioni delle irriverenti mascherate. Nonostante le premesse (i due protagonisti ed i loro collaboratori appartengono alla frangia estrema della sinistra americana) il sostrato ideologico non appesantisce il racconto, alleggerito dall’ironia dei due interpreti e da alcuni dettagli quotidiani di non prosaica fattura. Ben calibrata la mistura di elementi che costituiscono l’humus del film, dalla messa in scena alla ripresa improvvisata degli avvenimenti, dall’intervista alla denuncia; un lungometraggio interessante, che merita l’attenzione di un pubblico più vasto di quello che attualmente occupa l’unica sala romana - il Metropolitan - disposta ad ospitare il piccolo evento.

(id.) Regia: Dan Ollman, Sarah Price, Chris Smith; montaggio: Dan Ollman; costumi: Sal Salamone; interpreti: Mike Bonanno, Andy Bichlbaum, Michael Moore, Patrick Lichty, Sal Salamone, Phil Bayly; produzione: Yes Men Films LLC; distribuzione: Teodore Film; origine: USA 2004; durata: 94’ web info: sito ufficiale

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