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Tris di donne & abiti nuziali

Pubblicato il 18 settembre 2009 da Nicola Lazzerotti


Tris di donne & abiti nuziali

Presentato nella sezione Orizzonti dell’ultima Mostra di Venezia, Tris di donne & abiti nuziali di Vincenzo Terracciano appare un’opera per certi versi troppo classica. La storia narra della tragica vita di Franco Campanella (Sergio Castellitto), un baby-pensionato delle poste, marito poco rispettoso e padre di due ragazzi. Ma soprattutto Franco Campanella è un uomo sopraffatto dal vizio del gioco d’azzardo. La sua vita è una rincorsa continua scandita da umiliazioni, verso i propri cari come verso se stesso.

Il film sembra voler dire e mostrare più di quello che i limiti fisiologici di questa sceneggiatura e di questa regia possano consentire. L’autore realizza una pellicola che nella forma e nella sostanza ha un sapore datato, come se il sistema rappresentativo adottato per la messa in scena risulti non più capace di segnare gli animi degli spettatori.
Sono tanti i punti deboli di quest’opera, a partire proprio dalla regia troppo formale e laccata, grondante di carrellate, dolly e movimenti senza alcuna stonatura. Una messa in scena probabilmente un po’ vetusta che ci mostra una Napoli mai così bella. Non sarebbe banale, a riguardo, un confronto con il docu-film Napoli, Napoli, Napoli di Abel Ferrara, capace di cogliere il vero spirito della città partenopea. Contestualmente non capiamo come Terracciano abbia condotto il grande cast di attori, tutti solitamente molto capaci, e invece, qui, guidati in una recitazione sopra le righe. Come se si cercasse la grande performance e la battuta ad effetto, anziché una messa in scena cruda e realista, fondamentale per un film come questo. Per fare un esempio, l’interpretazione di Iaia Forte che ricorda tragicamente i personaggi di Marisa Laurito, riduce tutta la scena ad una macchietta.
A straniare lo spettatore è anche il continuo su e giù di toni che assume questa commedia amara. Si può capire il desiderio di omaggiare due maestri partenopei come De Sica e Totò nel bellissimo I due marescialli, ma rifare la scena dell’inseguimento sembra, comunque, una forzatura. Il rincorrersi tra i vicoli di Napoli del protagonista con lo strozzino ha il sapore del grottesco e rischia di creare una sensazione frastornante nello spettatore, che a questo punto con difficoltà riesce ad accettare un finale tanto tragico.
Ma quello che in questo film ci lascia più con l’amaro in bocca è l’atteggiamento un po’ moralizzante tenuto dall’autore. Se infatti la malattia del povero Franco conduce la sua famiglia in un abisso senza fondo, non si comprende bene come questa unione familiare possa continuare a rimanere solida: in nome di che cosa? E soprattutto, la salvezza morale che l’autore dà al suo protagonista, nel momento in cui spiega ai propri figli che nella vita non bisogna mai tirarsi indietro, sa molto di falsa retorica. Come d’altronde la battuta finale che il protagonista pronuncia di fronte alla morte, con cui l’autore sembra voler innalzare il livello del discorso a lirismo puro. Ma Terracciano non è Sergio Leone.
Tris di donne & abiti nuziali è un’opera fatta di scelte sbagliate, che sembra provenire da un’altra epoca - gli anni 80 appunto - e da un altro modo di fare film.


CAST & CREDITS

(Id.); Regia: incenzo Terracciano; sceneggiatura: incenzo Terracciano e Laura Sabatino; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Marco Spoletini; musica: Nicola Piovani; interpreti: Sergio Castellitto (Franco Campanella), Martina Gedeck (Josephine Campanella), Paolo Briguglia (Giovanni Campanella), Raffaella Rea (Luisa Campanella); produzione: Rai Cinema, Kubla Khan, Camaleo; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia, 2009; durata: 98’


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