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Two Mothers

Pubblicato il 26 ottobre 2013 da Antonio Valerio Spera
VOTO:


Two Mothers

Lascia perplessi il nuovo film della francese Anne Fontaine. Non tanto perché sia arduo riuscire a trovare in esso una vera anima, quanto perché si avverte con forza la mancanza di qualunque tentativo da parte della regista e dello sceneggiatore di infondergliene una.
Per questo motivo Two Mothers non può essere neanche definito un’opera non riuscita. Si tratta più che altro di un’operazione sbagliata, che vede una regista dal tocco molto "francese" portare sullo schermo il racconto di una scrittrice britannica come Doris Lessing, spostandone l’ambientazione addirittura sulle coste australiane. La storia, incentrata su due amiche che iniziano una relazione sentimentale l’una con il figlio dell’altra, sembrerebbe in realtà affine allo stile della Fontaine, abituata a triangoli amorosi e a racconti scabrosi (vedi Nathalie), ma è lo sviluppo di questo spunto a mettere in difficoltà la regista. Esso infatti prevede necessariamente uno studio complesso della maternità, dell’amicizia femminile, e un’introspezione nelle psicologie dei due figli adolescenti. Inoltre, allo stesso tempo, l’ambientazione, la quale diventa tra l’altro fattore determinante ai fini dello svolgimento narrativo, implica una conoscenza e un’analisi della stessa società australiana.
Il film manca di efficacia in tutti questi campi, evidentemente estranei all’arte della Fontaine. Quest’ultima muove così la narrazione in modo confuso, senza entrare mai nella profondità dei personaggi e restituendoci di essi dei ritratti approssimativi. Amore materno, desiderio sessuale e rispetto amicale non riescono mai a fondersi in un discorso unitario e si danno continuamente il cambio in un incedere episodico, estremamente ellittico, dove i raccordi sia formali che narrativi sembrano esser stati dimenticati del tutto. Contemporaneamente il paesaggio costiero australiano si staglia sullo schermo solo come un soggetto da cartolina e in nessun momento assume la valenza di attante imprescindibile per l’edificazione dell’anima del racconto.
Si sente fortemente la mancanza di una costruzione psicologica che abbia un senso, che segua una consequenzialità. Tutto accade con troppa leggerezza, basandosi su premesse scontate e su sviluppi inspiegabili. Il risultato finale sembra una lunga sintesi di un’intera serie di una soap opera, con dialoghi al limite del ridicolo e con una successione infinita di scene madri deboli e superficiali.
Si fa fatica a trovare un solo risvolto positivo in Two Mothers, e neanche Naomi Watts e Robin Wright riescono a salvarlo, travolte nell’oceano impazzito messo in campo da una sceneggiatura e da una messa in scena senza bussola. Impalpabile.


CAST & CREDITS

(Two Mothers) Regia: Anne Fontaine ; sceneggiatura: Christopher Hampton; montaggio: Luc Barnier, Ceinwen Berry; fotografia: Christophe Beaucarne; scenografia: Annie Beauchamp, Steven Jones-Evans; musica: Christopher Gordon, Antony Partos; interpreti: Robin Wright (Roz), Naomi Watts (Lil), Ben Mendelsohn (Harold), Xavier Samuel (Ian), James Frecheville (Tom); produzione: Gaumont, Screen Australia, France 2 Cinéma, Ciné@, Hopscotch Features, Mon Voisin Productions, Screen NSW; distribuzione: BIM Distribuzione; durata: 97’.


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