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Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente

Pubblicato il 20 giugno 2014 da Annalaura Imperiali
VOTO:


Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'oriente

"Questo maialino è la mia colomba della pace!" (Sylvain Estibal)

Vincitore del premio César come miglior opera prima, Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente parafrasa, nella traduzione italiana del titolo, il nostrano nonché celeberrimo film del 1974, scritto e diretto da Lina Wertmüller, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. A differenza dalla storica commedia romantica della nota cineasta sopraccitata, insolito è, in questo caso, il naufrago piuttosto che il destino (un maialino vietnamita che cambierà le sorti di una piccola famiglia residente nella striscia di Gaza). E il mare, dal canto suo, è quello d’oriente piuttosto che d’agosto (pieno di spazzatura e sporcizia lungo la costa d’Israele, dove un tempo si muovevano in assoluta libertà i pescatori palestinesi).

All’indomani di una tempesta, il tanto surreale quanto tenace protagonista del lungometraggio Jafaar (interpretato da Sasson Gabai, già vincitore dell’European Film Award per La Banda) si ritrova per caso nella rete un maialino vietnamita. Tentando in molteplici e comici modi di sbarazzarsi dell’insolito naufrago, senza ottenere alcun successo, l’uomo incontra nel campo russo all’interno del territorio israeliano una ragazza che sembra aver bisogno proprio di un maiale maschio e che gli permette di approfittare di quella pesca inaspettata, lanciandosi in un’ingegnosa e rocambolesca iniziativa…

Per quanto assolutamente comico nei suoi eccessi e divertente nel suo humor ricco di ingenua freschezza, Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente si colora di uno sfondo duro come quello dell’eterna lotta israelo-palestinese all’interno della quale ci si scorda di essere tutti esseri umani in nome di principi religiosi ed economici del tutto inesistenti, come mostra l’opera prima di Sylvain Estibal, di fronte alla parola ‘fratelli’. Tra soldati e coloni, check-point e kamikaze, la deliziosa commedia di Estibal, proprio come una favola, si apre alla speranza: in un mondo diverso, in persone nuove, in sentimenti unanimi.

Grido di rabbia comico, Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente urla il naturale e spontaneo desiderio del regista di dar voce alle parole comuni dei popoli tutti, soprattutto di quelli oppressi dalla violenza: ridare ossigeno alla gente semplice, sapere che ridere è un linguaggio universale che ovunque si parla e si comprende allo stesso modo al di là delle differenze culturali, vedere con sguardo razionale ed esterno quanto possa sembrare grottesca e assurda una guerra dall’enorme portata in cui, di fondo, entrambe le parti considerano il maiale un animale impuro i cui zoccoli – comicamente coperti da calzini colorati nel film – non possono calpestare la terra dei padri.

Con chiaro riferimento a Chaplin nella costruzione del personaggio di Jaffar, il film prende una piega da farsa ironica al punto da far riflettere con il sorriso sulle labbra fino a concludersi, nelle vorticose danze dei menomati di guerra, con la forza propulsiva di un’immagine che fa veramente capire quali siano i drammi della vita e come si possano, in ogni caso, affrontare con serenità.


CAST & CREDITS

(Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’oriente) Regia: Sylvain Estibal; soggetto e sceneggiatura: Sylvain Estibal; fotografia: Romain Winding (AFC); montaggio: Damien Keyeux; musica: Aqualactica, Boogie Balagan; scenografia: Albrecht Konrad; interpreti: Sasson Gabay (Jaffar), Baya Belal (Fatima), Myriam Tekaia (Yelena); produzione: Franck Chorot per Marilyn Productions, Studiocanal, Barry Films, Saga Film, Rhamsa Productions; distribuzione: Parthénos; origine: Francia, Germania, Belgio 2012; durata: 99’; web info: http://www.parthenosdistribuzione.c...


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