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Un’ora sola ti vorrei

Pubblicato il 22 dicembre 2002 da Marino Galdiero


Un'ora sola ti vorrei

L’immagine si coniuga al femminile in Un’ora sola ti vorrei, e questo corrisponde all’ovvia ragione che la sua autrice è una donna, anche se non è sufficiente a spiegare il senso forte di questa dimensione. L’intreccio di relazioni del suo documentario, ripercorrono nel corso del tempo le generazioni, dalla nonna alla madre, sino a lei Alina Marazzi. A lei il compito di tirare le fila, rimettere ordine al passato suo e della sua famiglia (Hoepli), in nome non solo di una memoria da conservare, ma per non lasciare alla rimozione gli eventi tragici della vita. Quella che poteva risultare una classica operazione di found footage, dall’indubbio valore estetico, si svincola da tale esito, con un’immersione nell’archivio di famiglia da parte dell’autrice del tutto particolare. Corrisponde essenzialmente in una ricerca, quello del volto della madre, Liseli, scomparsa dalla vita di Alina all’età si sette anni, un volto carico della possibilità di esprimere sentimenti segreti ed intimi. Risultato raggiunto unendo insieme due modalità del guardare: una legata ad una estrema lontananza delle immagini con il loro carico evocativo e di nostalgia che contengono nella loro aspetto documentale, l’altra di infinita prossimità emotiva con la voce narrante dell’autrice stessa, che legge le lettere della madre. Un circolo comunicativo si attiva tra le diverse generazioni, emergono dal passato i lati oscuri e inspiegabili, una com-passione che lascia intravedere il desiderio di riconoscersi nel volto dell’altro mai conosciuto. Insomma un percorso personale che permette una riconciliazione col proprio passato, non rimanendo in un ambito autoreferenziale, perché la storia dei rapporti tra genitori e figli riguarda ognuno di noi. Al tempo stesso questa dinamica diventa una riflessione sul cinema come assenza presente, forza impotente delle immagini di riportare al mondo la vita, enigmatica generazione dal volto immaginato a quello presente sullo schermo. Forse è proprio in questo senso che Un’ora sola ti vorrei dispiega la sua energia femminile...

(dicembre 2002)


CAST & CREDITS

(Un’ora sola ti vorrei); regia: Alina Marazzi. suono: Remo Ugolinelli, Alessandro Feletti, Benni Atria. montaggio: Ilaria Fraioli. produzione, distribuzione: Alina Marazzi, Gianfilippo Pedote, Francesco Virga per Venerdí produzione cinema, via Meda 25, 20136 Milano, Italia, tel. +39-02-89401059, e-mail francevirga@libero.it; Giuseppe Piccioni per Bartlebyfilm, e-mail bartlebyfilm@libero.it. coproduzione: RTSI Televisione Svizzera; Telepiù, Milano, Italia.


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