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Une Promesse

Pubblicato il 6 settembre 2013 da Filippo Baracchi

VOTO:

Une Promesse

Germania 1912. Ludwig è un giovane ingegnere che viene assunto in un’acciaieria. Presto, grazie alle sue capacità, si guadagna la fiducia del proprietario Karl Hoffmeister che lo sceglie come segretario personale. Lavorando nella residenza di Karl, conosce sua moglie, Lotte, con la quale instaura un rapporto confindenziale fatto di sguardi e silenzi. Quando Ludwig è costretto a trasferirsi in Messico, Lotte dichiara apertamente il suo amore e promette che al suo ritorno sarà completamente sua.

Pratice Leconte negli anni ha abituato il suo pubblico ad interessanti prove di regia (vedi Tandem del 1987 e L’homme du Train, presentato a Venezia nel 2002). Ha saputo costruire film che hanno rianimato un certo tipo di cinema asopito o sterilizzato dall’innovazione tecnologica. Per lui la macchina da presa costituisce, quasi anticipando l’attuale e sorpassata era dei filmmaker, un elemento fondamentale del lavoro registico.
In Une Promesse continua il suo stile, ma purtroppo con molti limiti in termini di sceneggiatura e messa in scena degli attori.
La storia infatti, tratta da una novella di S. Zweig, può apparire, sulla carta, una delle più interessanti storie d’amore. Il contesto storico in cui si svolge la storia altrettanto. In scena, il film sembra soddisfare queste aspettative per i primi trenta minuti, per poi essere altalenante per i successivi sessanta. Infatti una storia d’amore fatta di silenzi e sguardi, senza cadere nel facile "peccato" carnale, è sicuramente originale e interessante sia per lo spettatore più o meno esperto. Però per fare questo ci vuole una coppia di attori veramente affiatata e empaticamente in sintonia.
Alan Rickman si smarisce dopo trenta minuti senza coinvolgere lo spettatore o la spettatrice e senza dare alcun tratto introspettivo sul personaggio. Rebecca Hall colma, paradosalmente, l’introspezione del personaggio di Ludwig lavorando sull’enigmaticità del personaggio. Purtroppo questa enigmaticità coincide con quella del marito (interpretato da Richard Madden) confondendo lo spettattore e annoiandolo in più punti.
Il risultato è una pellicola che non aggiunge molto di più che l’idea su carta, deludendo lo spettatore e irritandolo per un eccessivo solipsimo registico (notare la camera mossa, che nulla aggiunge in termini di forma alla narrazione).
Peccato perché le risorse e i mezzi presenti nel film non sono di secondo livello.
Però questo non basta per fare un buon film...


CAST & CREDITS

(Une Promesse); Regia: Patrice Leconte; sceneggiatura: Patrice Leconte, Jérôme Tonnerre, Stefan Zweig; fotografia: Eduardo Serra; montaggio: Cécile Perlès; musica:Gabriel Yared; interpreti: Rebecca Hall, Alan Rickman, Richard Madden; produzione: Fidélité Films, Scope Pictures; distribuzione: Officine Ubu; origine: Francia-Belgio, 2013; durata: 95’


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