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Uno su due

Pubblicato il 2 marzo 2007 da Edoardo Zaccagnini


Uno su due

La storia si istalla nel presente senza squassarlo. La città, la professione e il sentimento sono passibili di problematica borghesia. Lorenzo è un avvocato rampante, lottatore determinato, premiato con lo status sociale. C’è una casa bella, la fidanzata Silvia e una stima d’intorno definibile amichevole, tra virgolette. Il grande salto, quello che fa paura e desiderio, è dietro l’angolo dei trent’anni e qualcuno, nel cinema italiano, se ne fugge; qualcun altro ci affonda la testa oscurando il resto. Il regista vuole che un malore improvviso determini una catarsi potenziale. Similmente a quello che il coraggioso Vicari di L’orizzonte degli eventi proponeva all’ombroso Mastandrea sui monti del Gran sasso. Gli diceva ’Fermati e ragiona, poi ritorna indietro’. Mastandrea non ce la fece. Fabio Volo, invece, sì. Perché a differenza del ragazzo di borgata con lo sguardo triste, la sua estrazione attoriale lo porta ad ascoltare il genitore simbolico incarnato dal regista. Ha occhi e voce da propensione al cambiamento; è un esistenziale positivo. Per altro Vicari possiede una severità maggiore nelle considerazioni che trasforma in cinema. Al di là dei risultati dell’uno e dell’altro film. Per fabio il dalatriano c’è un grosso business in Russia da risolvere col socio (e fratello) Paolo/Giuseppe Battiston (ormai costante non protagonista del cinema italiano dei quaranta, un pò borghese un pò polemico, il cinema più che il grasso Battiston). Il malore che gli appanna la vista è l’inizio del lungo viaggio nel dubbio, nella malattia, alla riscoperta della vita. Viene in mente il cancro spazzato da Tirabassi in Non prendere impegni stasera, andato non bene a Venezia pochi giorni fa. Film assai modesto nella risoluzione dei suoi temi ma ulteriore segno di come il giovane cinema italiano senta la fragilità della corsa esistenziale sbragarsi sotto l’illuminazione della tragedia in fieri. Salta il rampantismo ed esplodono le emozioni trattenute. Si chiarisce come d’(dis)incanto l’esistenza. L’umanità che sta nel ritorno alle radici semplici si riattua stancamente nella commedia riflessiva. Le castagne saranno pure buone, ma il Germi che preferivamo era quello che portava la spada nel Sud immobile e non dei frutti arrostiti nella metropoli di dieci anni dopo. La purezza di Ninetto Davoli nella stanza d’ospedale è un carinissimo ed affettuoso omaggio al grande Pasolini, che non fu mai consolatorio, mai in linea con la commedia amara che l’onesto, intelligente e simpatico Cappuccio propone. Che poi Ninetto Davoli sia in parte, e addirittura in forma, fa piacere a tutti. Meno saltellante, ingenuo e riccioluto del suo eterno pasolinismo, ma ancora capace di sorridere e meravigliarsi. Uno su due segna l’esordio di Volo alla (co) sceneggiatura, insieme al regista e a Massimo gaudioso, Francesco Cisco e Michele Pellegrini (anche autore del soggetto). Il volo scrittore di Romanzi è un ragazzo semplice che racconta facilmente la sua verità perchè non è per niente brutta come fa finta di essere. Conosce i tempi della scrittura e meglio ancora le corde di chi andrà a comprare i suoi libri: certi giovani per nulla idioti ma nemmeno intellettuali. (Che poi non è così marcato il confine tra i due concetti). Il Film è realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ girato ed ambientato a Genova, come Onde di Francesco Fei, altro esempio (non riuscito) si scontro tra individui e società, tra ancora giovani vite e insormontabili costruzioni urbane non indifferenti. Per Cappuccio si fa largo un’identità autoriale. Dopo la singolare, utile ed originale esperienza di Il caricatore, il suo campo da gioco si delinea sottoforma di commedia umana e sociale. Volevo solo dormirle addosso, infatti, primo lungometraggio diretto in solitudine, apriva il genere al mondo del lavoro. In questo suo secondo film fa da leva alla scoperta la malattia. Ma al centro della vicenda ci sono sempre due personaggi nella cui vita apparentemente normale qualcosa precipita all’improvviso. Nel 2004 un giovane manager si trovava costretto ad operare dei tagli di personale, in Uno su due un ambizioso avvocato viene ricoverato d’urgenza in ospedale. La loro vita cambia.


CAST & CREDITS

Regia: Eugenio Cappuccio; sceneggiatura: Eugenio Cappuccio, Fabio Volo, Massimo Gaudioso, Francesco Cisco e Michele Pellegrini; montaggio: Fabio Nunziata; interpreti: Fabio Volo, Anita Caprioli, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei, Agostina Belli, Paolo Rota, Francesco Crescimone, Pino Calabrese; produzione: Rai Cinema, ITC Movie; distribuzione: 01 distribution; origine: Italia 2006; durata: 100’


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