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Valentino - The Last Emperor

Pubblicato il 19 novembre 2009 da Simone Isola


Valentino - The Last Emperor

Valentino Garavani è un’icona della moda, uno degli stilisti italiani più affermati nel mondo. Il giornalista di Vanity Fair Matt Tyrnauer lo ha seguito per oltre due anni, dal giugno 2005 sino al luglio 2007 (in occasione della mostra dei suoi abiti al museo dell’Ara Pacis di Roma), girando oltre 250 ore di riprese tra lavoro e vita privata. Il progetto nasce da un lungo articolo sul sodalizio tra Garavani e Giammetti che il regista aveva pubblicato proprio su Vanity Fair e che gli stessi protagonisti avevano molto gradito. La proposta di Tyrnauer viene dunque accolta con entusiasmo da Valentino e dal suo entourage, che concede grande libertà nelle riprese, fatto insolito per un personaggio molto schivo e restio a parlare di sé. E’ davvero interessante osservare Valentino al lavoro con la sua equipe, mentre elabora e rifinisce a mano i modelli delle sue collezioni. E diverte osservare le piccole baruffe tra le sarte, i malumori, le discussioni sui dettagli. Colpisce soprattutto l’impostazione artigianale del lavoro; tutto si svolge a mano, senza alcun ausilio tecnologico, alla ricerca della qualità e della raffinatezza. Ma il film è soprattutto il ritratto di una straordinaria partnership, quella tra lo stesso Valentino e il socio Giancarlo Giammetti, suo compagno di vita per oltre quarant’anni. Un rapporto tenero, intenso ma vissuto con discrezione, descritto attraverso riti quotidiani, come la consegna di un regalo di Natale, le accese discussioni sulla rifinitura dei vestiti, sull’allestimento delle sfilate. Tyrnauer mostra la complementarietà della coppia nel lavoro d’azienda; il genio di Valentino si lega alle strategie di mercato e d’immagine di Giammetti, che cerca di valorizzarne la creatività.

Valentino: The Last Emperor è dunque molto più che un film sulla moda. Non si limita alla celebrazione di un personaggio ma offre diversi spunti, certo non polemici, ma interpretabili in vari modi. Come le immagini del lusso a volte eccessivo, la capricciosità del personaggio («Qui si devono inginocchiare tutti!» esclama durante i preparativi di una sfilata), sempre accompagnato dai suoi quattro cani curati come dei bambini (viene mostrato un inserviente lavare accuratamente i denti alle piccole bestie). Si resta dunque ammaliati dalla bellezza degli abiti, dalla creatività dell’artista, che resta sempre e comunque un uomo con i suoi difetti e le sue virtù. Esponente di un’epoca ormai tramontata, dove la moda era arte e business (senza che i due termini si escludessero a vicenda), spinta da ideali non sempre condivisibili ma espressione del talento di un singolo individuo e degli artigiani al suo servizio. La progressiva acquisizione della casa da parte del gruppo Permira segna il passaggio ad una nuova epoca per la moda. Un mondo lontano da Valentino, con il suo laboratorio privo di una semplice macchina da cucire, dove sono mani sapienti a creare abiti e a seguire le sue intuizioni. A pochi metri di distanza un artista giapponese esprimeva mirabilmente il lato crudele della creatività, ma questa è un’altra storia.


CAST & CREDITS

(Valentino: The Last Emperor); Regia: Matt Tyrnauer; fotografia: Tom Hurwitz; montaggio: Bob Eisenhardt, Frédéric Tcheng; interpreti: Valentino Garavani, Giancarlo Giammetti; produzione: Acolyte Films; origine: USA, 2008; durata: 96’


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