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Venezia 2008: la selezione delle Giornate degli autori

Pubblicato il 26 luglio 2008 da Redazione Close-up


Venezia 2008: la selezione delle Giornate degli autori

Alla loro quinta edizione le Giornate degli autori propongono ancora una formula divenuta ormai parte integrante del calendario della Mostra. Il compito principale è molto ambizioso e consiste nella proiezione e nella discussione di opere che riflettano lo stato del cinema oggi nel mondo. Come sempre i criteri che presiedono alla nostra selezione hanno per solo scopo offrire un panorama attendibile di un cinema indipendente, sperimentale, inquieto perché dedito all’esplorazione di esemplari vicende e drammatiche condizioni della multiforme contemporaneità.

Di seguito la selezione di quest’anno:

BROKEN LINES di Sallie Aprahamian - Opera prima
Gran Bretagna - 112’ - Prima mondiale - Produzione: Axiom Films
Un giovane ebreo di umili origini alla vigilia del matrimonio con una ragazza dei quartieri alti. Una barista con ambizioni musicali, fidanzata a un ex-pugile paralizzato e bisognoso di cure. Un incontro casuale quanto fatale che rimetterà in discussione le scelte di tutti e il loro rapporto con le radici, con le rispettive vocazioni artistiche, con i conflitti sepolti nel passato famigliare. Diretto da una notissima e pluripremiata regista teatrale e televisiva inglese, che ha ripreso un soggetto scritto dai suoi attori protagonisti, Doraly Rosa e Dan Fredenburgh, un emozionante viaggio attraverso l’amore, il senso etico e il conflitto, sullo sfondo di una Londra urbana e contemporanea, trasfigurata da una vicenda di passione e voyeurismo, contemplazione e sublimazione artistica.

VENKOVSKÝ UČITEL - A COUNTRY TEACHER di Bohdan Sláma
Rep.Ceca/Germania/Francia – 113’ – Prima internazionale – Vendite internazionali: Wild Bunch
Le vicissitudini di un giovane e brillante professore di città che si autoesilia in un paesino della campagna boema per sfuggire al ricordo di un amore finito male e alla propria omosessualità, ancora male accetta nella democratica Repubblica cèca. Un viaggio attraverso il pregiudizio e la tolleranza, che mette il giovane intellettuale venuto da Praga a confronto con le passioni immediate e dirette di un mondo del tutto diverso dal suo. “Forse l’omosessualità non è più criminalizzata come accadeva sotto il precedente regime totalitario“, dice il regista Bohdan Slama, “ma questo non significa che questa società sia maturata“. L’ultimo capitolo di una trilogia sulla ricerca dell’amore aperta da Wild Bees, tigre d’oro a Rotterdam, e proseguita con Something Like Happiness, premiato a San Sebastian per il miglior film e la miglior attrice.

UNA SEMANA SOLOS – A WEEK ALONE di Celina Murga – Opera seconda
Argentina – 110’ – Prima internazionale – Produzione: Tresmilmundos Cine
Teenager e bambini alla deriva in un quartiere dai confini ben delimitati, una specie di città in miniatura: case con giardini, una scuola, una sala da ballo, una piscina. In un alternarsi di ozio e noia, senza madri e padri nelle vicinanze, un gruppo di ragazzi, “orfani” per una settimana, sono liberi di circolare e di imporre il loro ordine caotico, nell’agio di una prigione di lusso, dalla quale nessuno prova mai a fuggire. Neanche quando fra di loro arriva un ragazzo appartenente a un altro mondo. “Un ritratto della nuova borghesia argentina osservata attraverso il punto di vista dei ragazzi”, interpretato da un gruppo di attori fra i 7 e i 14 anni di età, firmato da una delle regista di punta della “nuova onda” di Buenos Aires.

POKRAJINA ŠT.2 - LANDSCAPE NO.2 di Vinko Möderndorfer – Opera seconda
Slovenia/Serbia-Montenegro – 90’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Wide Management
Due ladruncoli che rubano per caso un documento che scotta. Uno spietato killer dei servizi segreti. Il “passato che non passa” delle fosse comuni in cui alla fine della seconda guerra mondiale furono gettati a migliaia i collaborazionisti, prima benedetti dalla Chiesa, poi uccisi senza processo dai vincitori con un colpo alla nuca. Passato e presente, orrore e consumismo, il peso della Storia e le “colpe” di una generazione ammalata di amnesia, in un thriller incalzante che mescolando documenti d’archivio, scene erotiche e momenti quasi horror, inchioda lo spettatore alla poltrona dalla prima all’ultima scena. E richiama alla coscienza altre fosse comuni, altri crimini di guerra, altre tragedie (e relative manipolazioni politiche) con cui non solo la ex-Jugoslavia ma l’Europa intera non ha mai fatto i conti fino in fondo. Da un affermato regista-scrittore, tradotto anche in Italia (Luogo numero 2. Storia di un assassinio, edizioni Mesogea), già alle Giornate degli Autori nel 2004 con Predmestje – Suburbs.

MACHAN di Uberto Pasolini – Opera prima
Italia/Germania/Sri Lanka – 110’ – Prima mondiale – Contatti e ufficio stampa: Mikado
Il barista Manoj è affranto perché il suo sogno di vivere e lavorare in Occidente continua a essergli negato, mentre l’amico di una vita Stanley, venditore ambulante di frutta, non ce la fa più a tirare avanti, oberato da pesantissimi debiti, impegnato con due zie pazze e un fratello minore che sta imboccando la strada del crimine. Con il morale a terra, i due scoprono per caso la possibilità di partecipare a un torneo di pallamano in Baviera. E anche se non hanno la più pallida idea di cosa sia la pallamano, inviano una scheda di ammissione. Ben presto un variegato mix di amici e colleghi, creditori e poliziotti, allargheranno le fila dell’improbabile Nazionale di pallamano dello Sri Lanka. Da una storia vera, l’esordio in chiave di commedia del produttore di Full Monty e Palookaville.

MUUKALAINEN - THE VISITOR di Jukka-Pekka Valkeapää – Opera prima
Finlandia/Gran Bretagna/Germania /Estonia – 104’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Wild bunch
Un ragazzo vive con sua madre in una fattoria circondata dalla foresta nella parte più remota e selvaggia della Finlandia. In mezzo a tanta natura e solitudine, l’unico compagno è un cavallo selvatico chiuso in una stalla. Di tanto in tanto, il giovane fa visita in prigione a suo padre – un uomo molto violento. La loro vita semplice viene sconvolta un giorno all’apparire di uno straniero che ha con sé un messaggio del padre e un proiettile nel fianco. Pur riluttanti, madre e figlio gli offrono ospitalità… Il tuffo in un mondo brutale e misterioso, esplorato con allucinata inventiva e un occhio di riguardo per la lezione di Tarkovskij, da uno dei cinque esordienti selezionati quest’anno alle Giornate.

NOWHERE MAN di Patrice Toye
Belgio/Olanda/Norvegia/Lussemburgo – 96’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Funny Balloons
Tomas ha una quarantina d’anni e tutto ciò che un uomo potrebbe desiderare: una moglie graziosa, una carriera invidiabile, una esistenza ordinata e protetta. Dunque non ne può più, e alla prima occasione scompare senza lasciare traccia per “rinascere” in un’isola lontana. Salvo scoprire, novello Mattia Pascal, che la vita agognata è lontana dai suoi sogni e che a qualsiasi latitudine il mondo è un luogo beffardo e crudele. Ma a suo modo istruttivo. Sostenuta in sede di scrittura dal Sundance Film Festival “una ricognizione della fragilità umana” condotta con accenti ora sarcastici ora pietosi e una capacità non comune di abolire il confine tra esterno e interno, mente e paesaggio. Dall’autrice di Rosie, il diavolo nella mente, sulla scorta di Antonioni, con una vena di irridente e nerissimo humour fiammingo.

RYSA – SCRATCH di Michał Rosa
Polonia – 89’ – Prima mondiale – Distribuzione: Film Polski
Joanna, una sessantina d’anni, insegna biologia alla prestigiosa Università di Cracovia. Minuta ma piena di energia, si fida degli altri. Jan è un matematico, il sostegno della famiglia, serio, altruista, fine oratore e intellettuale. Insieme formano una coppia felice. Una relazione con alti e bassi, vissuta nel sostegno e rispetto reciproco, con la stima di tutti. Improvvisamente qualcosa getta un’ombra sul loro rapporto, qualcosa che risale a un’epoca precedente al loro incontro – un graffio su una superficie luccicante. Forse il futuro marito le fu messo accanto, da giovane, per spiare suo padre, uomo politico in vista della generazione d’anteguerra. Forse la sua intera vita è stata una menzogna. Forse. Ma intanto, come la risacca di una mareggiata, questa specie di peccato originale si abbatte sulla loro unione. “Questa storia è come una tragedia greca – richiede semplicità. Vivo con i miei personaggi per un anno intero, da una primavera a quella successiva; loro hanno il tempo di spiegarsi e di difendere la propria reputazione. E ancora una cosa: do loro una possibilità di non perdonare, perché il perdono non è obbligatorio”.

STELLA di Sylvie Verheyde
Francia – 102’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Films Distribution
Un anno nella vita di una ragazzina di prima media anni nella Parigi del 1977. La casa e la scuola. Il bar gestito dai genitori e i suoi compagni di classe, più borghesi di lei. Le canzoni dell’epoca e i libri che Stella scopre a casa della sua sola vera amica, figlia di esuli argentini. Quei libri grazie a cui poco a poco entrerà in un’altra dimensione, troverà le parole, e attraverso le parole i sentimenti che la attraversano con violenza ma che non sempre riconosce. Dai ricordi d’infanzia dell’autrice, un “I quattrocento colpi” al femminile che evita le trappole e le lusinghe del genere autobiografico per scavare nelle pieghe più intime del passaggio all’adolescenza con una grazie e insieme una esattezza, talvolta una durezza, davvero non comuni.

PESCUIT SPORTIV – HOOKED di Adrian Sitaru – Opera prima
Romania/Francia – 80’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Rezo Films
Una coppia di amanti in crisi, una lite che comincia a piedi e prosegue in auto, una prostituta che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma in realtà ha molte frecce al suo arco… E uno dei film più sorprendenti dell’anno, tutto girato “in soggettiva” (una soggettiva talvolta ingannevole, visto che si alternano i punti di vista dei diversi personaggi). Una specie di commedia filosofica con tre soli protagonisti che echeggia alla lontana il primissimo Polanski, ma con un gusto dell’assurdo e del paradosso che dà un retrogusto speciale a questo insolito “dejeuner sur l’herbe” firmato da un regista premiato a Locarno 2007 con il Pardino d’oro per il miglior corto.

UN ALTRO PIANETA di Stefano Tummolini – Opera prima
Italia – 81’ – Prima mondiale – Vendite internazionali: Ripley’s Film
Come in un impossibile incrocio fra Emmer e Rohmer, una giornata al mare sulla spiaggia di Capocotta, mèta abituale di gay e naturisti, e teatro dello strano incontro fra un bagnante solitario e un gruppetto di donne in cerca di compagnia. Fra chiacchiere e confidenze, bugie e mezze verità, comportamenti espliciti e sentimenti contorti, alla fine della giornata nulla sarà come prima. L’esordio-scommessa di Stefano Tummolini, sceneggiatore e collaboratore di Ponzi e Ozpetek, qui co-autore dello script con il protagonista Antonio Merone. Un autentico no budget dalla travagliata gestazione produttiva che getta una luce schietta e insieme affettuosa su un mondo molto meno “a parte” di quanto non si creda.

RITRATTI: CHE SACCIO di Camille d’Arcimoles
Italia – 49’ – Prima mondiale – Produzione: NOW s.r.l.
Emanuele Crialese e i suoi due giovanissimi attori-non attori siciliani, Francesco Casisa e Filippo Pucillo, in un film girato dalla compagna del regista che è al tempo stesso album di famiglia, diario di lavorazione, dietro le quinte, testimonianza antropologica. Cinque anni insieme, dai tempi di Respiro, 2001, a Nuovomondo, 2006. Cinque anni di lavoro e di crescita. Un affettuoso doppio ritratto che è un documento prezioso per capire il metodo di lavoro di Crialese. Ma soprattutto una prova toccante dell’amore incondizionato che lega un artista ai suoi personaggi.

RITRATTI: IL PASSATO E’ IL MIO BASTONE di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
Italia – 43’ – Prima mondiale – Produzione: Rezzamastrella e Kiwido
“Siamo partiti per realizzare un extra da inserire nel primo dvd che ci riguarda, e cioè una raccolta di cortometraggi in bianco e nero da noi girati tra il 1990 e il 1997. Poi l’extra si è trasformato a nostra insaputa in documento. Oltre la fisicità che ci appartiene, emerge quella dei critici che si sono gentilmente prestati al gioco. Gli interpellati entrano in sintonia con il materiale di archivio e diventano personaggi in un crescendo che chiarisce a noi stessi la posizione completamente aleatoria che ci imponiamo e cioè vivere in funzione della trasformazione, persi nell’immagine dell’immaginario. Abbiamo amalgamato gli interventi dei critici con frammenti di fuori scena dei set del passato. In quel passato gli intervistati vedevano i nostri primi lavori: ora ce li raccontano. E noi li abbiamo ritratti”.


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