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Anomalisa

Pubblicato il 24 febbraio 2016 da Giampiero Francesca
VOTO:


Anomalisa

Si può seguire la serata di un normale conferenziere, l’atterraggio del suo aereo, l’arrivo in albergo, la doccia, le prove del discorso, le sigarette, e perdersi al tempo stesso nei meandri della sua mente, fra riflessi di passati e (im)possibili futuri. È questa la tenera magia messa in scena da Charlie Kaufman e Duke Johnson in Anomalisa, un gioco di specchi in stop-motion, costellato di figure enigmatiche, che, come pezzi di un puzzle, ricompongono l’Ego del suo protagonista.

È difficile descrivere l’esperienza di una pellicola come Anomalisia, leggera e semplice ma al tempo stesso così densa e profonda. Nel buio della sala, fra i momenti di leggero spaesamento e le risate gustose, si brancola infatti alla ricerca di significati reconditi, di qualcosa che che giustifichi (o forse complichi) la semplice storia di Micheal Stone. Ad ogni nuovo incontro, il loquace tassista, l’amore mai dimenticato, la giovane ammiratrice, ad ogni gesto, lo spiare fuori dalla finestra, la visita al negozio di "giocattoli", si cerca (forse anche in modo eccessivamente cerebrale) di dare un senso che vada oltre le effimere immagini. Ma Kaufman, si sa, è maestro capace di farti perdere nel dedalo psicologico dei suoi personaggi, spingendoti a vedere oltre ciò che sarebbe lecito guardare. Forse, allora, per godere pienamente di Anomalisia bisognerebbe sorvolare la superficie, godere della sua delicatezza, partecipare alle sue insensate emozioni. Lasciarsi ammaliare, così, quasi senza un motivo, come Micheal, dal canto lieve di Lisa nell’intesa, personalissima, versione di Girl Just Wanna have fun di Cindy Lauper.

Lontano da qualche anno dal grande schermo (Synecdoche New York risale infatti al 2008), Charlie Kaufman torna al suo cinema di psicologiche contorsioni, a tratti autoreferenziale, ma sempre riconoscibile. Non mancano infatti, anche in Anomalisa, temi cari al regista sceneggiatore che caratterizza il suo protagonista con manie, comportamenti e atteggiamenti tipici dei suoi personaggi. Michel Stone è un uomo lacerato, ma al tempo stesso in grado di vivere l’amore (ma più in generale le relazioni con gli altri) con totalizzante egocentrismo, ossessionato e dissonante ma capace anche di imporre, al prossimo più debole, i suoi desideri. Rispetto ad altre opere precedenti Kaufman costruisce però un film più lineare, in cui i sempre presenti salti temporali e narrativi non arrivano a confondere lo spettatore, consentendogli una visione rilassata e empatica. Più che confessioni di una mente pericolosa, quelli messi in scena in Anomalisa sono i pensieri (e le azioni) di una persona eccezionalmente normale, e, forse, anche per questo, colpiscono ancora più nel profondo.


CAST & CREDITS

(Anomalisa); Regia: Duke Johnson, Charlie Kaufman; sceneggiaturaCharlie Kaufman, :fotografia: Joe Passarelli; montaggio: Garret Elkins; interpreti: Jennifer Jason Leigh (Lisa), David Thewlis (Micheal Stone); produzione: Starburns Industries; origine: USA, 2015; durata: 90’


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