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Viva la sposa

Pubblicato il 26 ottobre 2015 da Monia Manzo
VOTO:


Viva la sposa

Con Viva la sposa, Ascanio Celestini conferma la sua versatilità artistica di attore, drammaturgo e regista, ma soprattutto la sua abilità nel far vibrare il teatro sul grande schermo.
Leitmotiv del film una bellissima sposa americana -da cui il titolo- che con cotanto abito e strascico, si reca in visita ai paesi terremotati de L’Aquila e la cui immagine viene trasmessa in tutte le reti televisive, una chiara metafora del perenne contrasto italico tra il bello e il fatiscente di questo nostro disgraziato Paese.
Gli scenari sono come sempre quelli romani, questa volta di natura prettamente pasoliniana, non a caso Celestini ha scelto il quartiere popolare del Quadraro, irreversibilmente mutato dai tempi del grande poeta friulano. PUn cambiamento che non si misura nella dimensione periferica che, al fondo, è rimasta immutata, ma che si evince dal fatto che oggigiorno il quartiere è abitato da una popolazione più variegata, in cui i poveri imitano i vicini medio/piccola borghesi, all’insegna del consumismo e dell’illusione del benessere.
Non troviamo, quindi, più la naturalezza e la spontaneità del tanto amato proletariato di Pasolini, ma una società in cui tutto è fermo. Ed è in questo quadro che prende corpo la storia di Nicola, un uomo che finge di smettere di bere, di Sasà, che continua a fare truffe come il padre e investito durante una delle messinscene dallo stesso Nicola, e di Sofia, il vecchio amore di Nicola che racconta, di essere partita per la Spagna ma come tutti i personaggi si ritrovano al bar del Quadraro a bere sino allo sfinimento.
Il film intreccia, oltre che molte vite diverse, anche molteplici tematiche tipiche della poetiche di Celestini.
Il regista romano riesce a interpretare meravigliosamente i suoi testi, a parlare di emarginazione, lavoro, di affetti mancati o rubati e addirittura di violenza sociale: la prostituta e suo figlio di cui Nicola si prende cura e che "potrebbe" essere suo, i conviventi nello sgangherato alloggio del suo amico carrozziere.
Potremmo definirlo il simposio dell’umanità più strampalata e commovente condannata all ’immobilità e al fato, come nel caso di Sasà che muore massacrato di notte in una stazione di polizia.
Questa parte del film purtroppo, lambisce ma non approfondisce una tematica che Celestini sembra aver voluto inserire a tutti i costi, ma che ci saremmo aspettati avesse uno sviluppo maggiore all’interno della storia di Viva la sposa.
Nel complesso l’ultima opera di Celestini è un film che ha molti spunti di riflessione e che nonostante la serietà degli argomenti, lascia spazio al gioco e all’umanità.


CAST & CREDITS

(Viva la sposa); Regia e sceneggiatura: Ascanio Celestini; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Cecilia Zanuso; musica: François Couturier; interpreti: Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Francesco De Miranda, Veronica Cruciani, Pietro Faiella, Corrado Invernizzi, Barbara Valmorin; produzione: Passione Produzioni, Aeternam Films, Les Films du Fleuve, Rai Cinema; distribuzuione: Fandango; origine: Italia, Francia, Belgio, 2015; durata: 87’


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