X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Venezia 74 - Les bienheureux

Pubblicato il 9 settembre 2017 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Venezia 74 - Les bienheureux

Algeri. Poco dopo la fine della guerra civile durata quasi vent’anni. Giovani e adulti si ritrovano a fare i conti con traumi lutti ferite, fisiche e morali, riportate. E non è facile, non è indolore, non è scontato riuscire ad andare oltre. Ama e Samir sono una coppia di professionisti stimati liberali: ginecologo lui (che pratica aborti clandestini), professoressa universitaria lei. Loro figlio Fahim sta per finire svogliatamente il liceo: adolescente ciondolante tra le strade di una città piena di contraddizioni, fuma tutto il giorno col migliore amico, ascolta musica punk religiosa, forse ama l’amica conturbante, con problemi familiari e una cicatrice vistosa alla base del collo, che forse un giorno solo la chirurgia plastica potrà nascondere. La vita sociale è vincolata ai controlli della polizia stradale, ai pregiudizi contro le donne sole, al clima di tensione che circola nell’aria. Una città dove tutti hanno visto qualcuno che conoscevano sgozzato in mezzo a una via, dove circola molta droga, dove è facile che ci si giri dall’altra parte invece che prendere le posizioni di qualcuno che non sia persona di famiglia. Les bienheureux, opera prima della giovane Sofia Djama, non teme il racconto di una tragedia attraverso lo scontro generazionale che ne deriva, le posizioni divergenti di chi pensa che restare sia la scelta migliore e chi crede che non ci sia più speranza e che i giovani debbano andare a cercare un altro futuro altrove. Un film duro, intransigente, senza pietà: ritratto di personaggi alla deriva, privati della speranza, in continuo conflitto interiore; ritratto di una città devastata dalla supremazia militare, congelata in uno stallo politico riflesso in ogni abitante, bellezza e orrore mescolati insieme. La regista vive tra Algeri e Parigi, conoscendo sulla pelle la dicotomia insita nella mappa geografica della sua vita: questo aspetto personale si scioglie nel tessuto filmico corroborandolo di una verità soffocante per lo spettatore, potente alla vista, indiscutibilmente riuscita nella realizzazione narrativa.


CAST & CREDITS

Regia, sceneggiartura: Sofia Djama; fotografia: Pierre Aïm; montaggio: Sophie Brunet interpreti: Sami Bouajila, Nadia Kaci, Lyna Khoudri, Amine Lansari, Adma Bessa; produzione: Liaison cinématographique, Artémis Productions; origine: Francia, Belgio, Qatar, 2017; durata: 102’


Enregistrer au format PDF