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Verso l’Eden

Pubblicato il 6 marzo 2009 da Simone Isola


Verso l'Eden

Le favole non esistono, malgrado lo si speri fino all’ultimo. La magia è fatta di trucchi che non si possono svelare poiché altrimenti perderebbero il loro fascino effimero. Sembra essere questa la chiave di lettura di Eden a l’Ouest (Eden is west) del regista greco Costa-Gavras che vede come protagonista il nostro Riccardo Scamarcio.
Il film racconta con leggerezza ed ironia le peripezie di un immigrato clandestino la cui destinazione è un teatro di Parigi in cui deve incontrare un prestigiatore conosciuto all’inizio del suo viaggio. Elias, questo il nome del giovane, dopo essere sfuggito alla polizia, si ritrova in un villaggio turistico e viene scambiato prima per un membro dello staff e, successivamente, viene ospitato nel bungalow di un’affascinante signora. Nel villaggio il ragazzo fa da assistente ad un prestigiatore che lo invita a Parigi: da questo punto in poi inizierà un viaggio estenuante alla ricerca di quell’uomo che potrebbe trasformare con un colpo di bacchetta la sua vita.
Quella che apparentemente potrebbe sembrare una commedia che prende spunto dalla tragedia quotidiana dell’immigrazione clandestina, si rivela in realtà una sottile ed elegante presa per i fondelli da parte del cineasta greco. Elias, durante il suo viaggio per mezza Europa, si imbatte in varia umanità, viene ora aiutato ora scacciato, è inseguito ininterrottamente dalla polizia e riesce a fuggire alla cattura in maniera spesso rocambolesca. Sin dalle battute iniziali si prova subito simpatia per il “fortunato” immigrato che, con moti quasi infantili, tenta di realizzare il suo sogno, di veder concretizzata la magia in cui crede fermamente. Solo nell’amaro finale Costa-Gavras risolve il dilemma: dietro la maschera di un’ironia tutta francese si nasconde il volto di un’Europa impotente di fronte all’ondata di gente disperata che, dopo viaggi disumani, vanno in cerca di fortuna lontano dal loro paese di origine.
Se da una parte Eden a l’Ouest (Eden is west) sembra allontanarsi inesorabilmente da film dalla forte connotazione politica che hanno caratterizzato il cinema di Costa-Gavras all’inizio degli anni ’70 (basti pensare a Z – L’orgia del potere e a L’amerikano), bisogna comunque riconoscere che in questo caso, pur con il linguaggio della metafora, il regista arriva a parlare di un fenomeno sociale verso il quale sembra non esserci soluzione. Scamarcio, trasformatosi in un moderno Charlot, pur a volte eccedendo in quanto a mimica e gestualità, si rivela una sorpresa e dà un briciolo di speranza in più al cinema italiano, escluso da quasi tutte le sezioni del Festival di Berlino (eccezion fatta per Terra madre di Ermanno Olmi e Il pranzo di ferragosto, presente quest’ultimo nella categoria Culinary cinema).
Più partecipazione emotiva che politica dunque. L’ironia si rivela la scelta migliore per trattare un tema già spesso strumentalizzato dai partiti e, soprattutto, dagli assillanti media, sbeffeggiati e dipinti come avvoltoi nelle sequenze “parigine” del film. L’Europa è davvero l’Eden? O questa paradisiaca apparenza sfuma non appena ci si confronta con essa? La risposta, dopo la visione del film, sembra essere piuttosto eloquente…


CAST & CREDITS

(Eden a l’Ouest ); Regia: Costa-Gavras; sceneggiatura: Costa-Gavras, Jean-Claude Grumberg; fotografia: Patrick Blossier; montaggio: Yannick Kergoat; musica: Armand Amar; interpreti: Riccardo Scamarcio (Elias), Urlich Tukur (Nick Nickelby), Juliane Kohler (Cristina) produzione: KG Production; origine: Francia, Grecia, Italia, 2008; durata: 111’.


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