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When You’re Strange

Pubblicato il 22 giugno 2011 da Enrica Orlando


When You're Strange

Inutile negarlo. Il cinema è finzione ma in certi casi la realtà gli fa davvero bene.
When you’re strange è il primo documentario di Tom Di Cillo, un lavoro che necessita di un prefisso, nel categorizzarlo: cine. Cine documentario. Perché quando si sceglie di raccontare una leggenda come quella dei Doors, non si può restare negli schemi. Il regista ha scelto infatti di allontanarsi dal modello classico di documentario, fatto di interviste e teste parlanti, come lui stesso le definisce. Al loro posto fa parlare le immagini, i video inediti, montati come un film che si sta svolgendo nel presente, dando voce quindi alla realtà che, pur essendo passata, è quanto mai presente. Tutt’ora, infatti, la storia dei Doors e in particolare del loro frontman Jim Morrison, resta avvolta in un mistero che affascina anche le generazioni contemporanee.
La scelta del titolo When you’re strange, sposta subito l’attenzione dal mito all’uomo. Quando sei strano, sei uomo. E Jim Morrison in questo film appare come un uomo. Lontanissimo, dunque, dalle immagini stoniane del film The Doors, When you’re strange racconta l’importanza dell’individualità. Un’ individualità che ha contraddistinto tutta la band, un sound unico nel suo genere, i loro spettacoli imprevedibili e “politicamente scorretti” che nel giusto e nello sbagliato, li hanno resi unici. La voce di Johnny Depp (doppiata da Morgan nella versione italiana) amalgama i video inediti del primo incontro tra Jim Morrison e il tastierista Manzarek, immagini tratte da due film girati dallo stesso Morrison e dall’amico Frank Lisciandro, i versi poetici del cantante e soprattutto i filmati dell’epoca: concerti, pestaggi, gli slogan di una intera generazione. La passione, prima ancora della rivoluzione, che ha travolto i sogni e gli ideali di un’epoca controversa in una nazione spaccata, puritana e trasgressiva, conservatrice e trasformista. I Doors hanno rappresentato ognuno di questi aspetti. Come tutti i grandi artisti hanno simboleggiato le contraddizioni e i sogni, gli eccessi e le parole. Ma forse solo Morrison, con il suo carisma, ne ha subito la fragilità, il fascino un po’ malefico del rendersi strano e straniero in un’ epoca di contestazione. Il documentario di Di Cillo parla di questo, dell’uomo Jim Morrison che, contestualizzato, appare comprensibile e umano ma non per questo privo di un mistero ormai leggendario; parla della singolarità della band The Doors, unica e allo stesso tempo accessibile a ogni orecchio musicale. In sostanza When you’re strange parla di libertà di espressione. In questo senso, dunque, il film potrebbe definirsi anti stoniano, e non si può negare che questo abbia fatto bene alla narrazione.
In barca a vela, in una splendida giornata di sole e mare tra amici, Jim Morrison è seduto in mezzo agli altri ma guarda altrove, verso il basso, verso un punto vuoto , un orizzonte che non si intuisce lontano, da raggiungere, ma vicino in modo angosciante, a terra. Ed è in quegli occhi che si avverte la sua morte. Anche senza averla vista, si percepisce la tristezza di quel momento e la brutale intensità di una vita che se non fosse stata tanto fragile, sembrerebbe irreale. Quando sei strano dunque, sei uomo. E magari solo cosi puoi diventare mito, come è rimasto Morrison ancora oggi.


CAST & CREDITS

(When you’re strange: a Film about The Doors) Regia:Tom Di Cillo ; sceneggiatura: Tom Di Cillo; fotografia: ; montaggio: Mickey Blythe; musica: The Doors ; interpreti: membri deThe Doors ; produzione: Rhino Entreteinmente Peter Jankowsky; distribuzione:; origine: America; durata:87’.


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