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White Shadow

Pubblicato il 3 settembre 2013 da Filippo Baracchi

VOTO:

White Shadow

In Tanzania dal 2008 gli albini vengono perseguitati per creare pozioni magiche con le loro parti del corpo. Alias, dopo aver assistito all’omicidio del padre, viene mandato dalla madre in città dove vive lo zio Kosmos, venditore ambulante. Qui imparerà a confrontarsi con una realtà ancora più dura e difficile rispetto al villaggio dal quale proviene, nel quale individualismo e discriminazione sono all’ordine del giorno. Gli albini in Tanzania non muoiono, ma spariscono, emarginati da una società piena di credenze e riti magici, ma anche vittima di contraddizioni, simili se non uguali ai paesi più sviluppati. Nella città l’unica via d’uscita per vivere sono il commercio e la lingua inglese con i quali Alias si fa spazio ogni giorno. Ma fino a quando durerà questa vita ai margini della società?

L’opera prima di Noez Deshe è sicuramente una delle opere più interessanti presentate all’interno della Settimana della Critica di Venezia edizione 70 sia per la scelta del soggetto che per lo stile ibrido del racconto.
In Ombre Bianche, documentario, ricerca etno-antropologica, atmosfere di genere (horror e thriller) si mescolano, creando in parte interesse e in parte repulsione nel profondo dello spettatore.
Purtroppo questo effetto rimane per circa metà del film, poi la ripetitività del montaggio e del ritmo narrativo non permettono di mettere a fuoco il suo soggetto, cadendo dunque in un’eccessiva prova di stile e esotismo che ne fanno perdere dunque valore e accentuano la retorica narrativa.
La prova registica di Deshe non è semplice, dal momento che il film è interamente parlato in swahili e girato con una troupe ridotta e in condizioni complesse.
Deshe, dalla sua esperienza di artista, offre comunque delle immagini affascinanti, vive di colore e simbolismo. Propone inoltre delle riflessioni sul lato oscuro del paese africano, che non sono la vicinanza alle credenze animiste, ma semmai il contatto devastante con la globalizzazione nel quale gli scontri tra umani e la diversità diventano sempre più forti e accesi.
Forse troppi elementi, per permettere allo spettatore di concentrarsi sulla storia principale. Comunque bravo Deshe per averci provato.


CAST & CREDITS

(White Shadow); Regia: Noaz Deshe; sceneggiatura: Noaz Deshe, James Masson; fotografia: Armin Dierolf, Noaz Deshe; montaggio:Noaz Deshe, Xavier Box, Robin Hill, Nico Leunen; musica:James Masson, Noaz Deshe; interpreti: Hamisi Bazili, James Gayo, Glory Mbayuwayu, Salum Abdallah, Tito D. Ntanga, Riziki Ally, James P. Salala, John S. Mwakipunda; produzione: Asmara Films, Shadoworks, Mocajo Film; origine: Italia, Germania, Tanzania, 2013; durata: 115’


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