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Il regno d’inverno - Winter Sleep

Pubblicato il 9 ottobre 2014 da Giovanna Branca
VOTO:


Il regno d'inverno - Winter Sleep

Palma D’oro al Festival di Cannes di quest’anno, e già premio speciale della giuria tre anni fa, sempre a Cannes, con Once Upon a Time in Anatolia, il turco Ceylan è un regista dei silenzi, dei gesti. Con Winter Sleep, vira invece radicalmente sulla parola, su un film costruito interamente di lunghissimi dialoghi.
Aydin, ex attore, vive nel suo albergo in Anatolia con la moglie molto più giovane Nihal e la sorella divorziata Necla.
In una casa di sua proprietà a qualche distanza vive invece la povera famiglia dei suoi affittuari, che da mesi non riescono a pagare l’affitto e che attraverso il “portavoce” un po’ mellifluo Hamdi cercano di evitare il pignoramento.
Tutto il film si svolge su queste due direttrici: le dinamiche ed i rapporti interni alla famiglia di Aydin e quelli con la famiglia dei debitori. Ad essere indagati sono i rapporti umani: isolati dal freddo inverno nel loro albergo Aydin, Nihal e Necla si trovano imprigionati non solo in un luogo fisico ma nell’eterno ritorno delle loro incomprensioni reciproche, nelle proprie rispettive crudeltà, nell’incomunicabilità a volte insormontabile che scava un solco tra persone che dovrebbero essere vicine, amarsi e rispettarsi. Nelle semplici discussioni si insinua l’astio e l’animosità, ferirsi diventa un gesto all’ordine del giorno e ognuno sprofonda sempre di più nel proprio isolamento e nei propri nefasti meccanismi difensivi ed offensivi.
Allo stesso tempo il rapporto con chi vive una situazione radicalmente diversa è sempre frainteso e diventa a sua volta il luogo in cui sfogare erroneamente le proprie frustrazioni e desideri.
Tutti sono irrequieti ed insofferenti, tutti sognano e parlano di qualcosa che non hanno e si addossano reciprocamente la colpa di questo. Ma tutti, in una variante “realista” di L’angelo sterminatore di Bunuel non possono infine allontanarsi dal luogo della loro sofferenza che è allo stesso tempo la propria unica fonte di certezze.
Ceylan disseziona nei minimi particolari, con deliberata lunghezza – il film dura più di tre ore – questo decadimento dei rapporti umani, la nociva routine rispetto a cui nessuno sa fare un passo indietro e che dunque condanna i personaggi all’immobilità e ad una prigionia che non è solo metaforica.
Il dramma si consuma e si riflette all’interno della natura maestosa che circonda l’albergo, che pare voler ostacolare a sua volta la fuga, di qualsiasi tipo essa sia.
L’eleganza visiva e la sensibilità nel cogliere la minima sfumatura dello sguardo di Ceylan fanno di Winter Sleep il vincitore da subito quasi scontato di Cannes, oggi distribuito nelle sale italiane grazie alla Lucky Red.


CAST & CREDITS

(Kış Uykusu) Regia: Nuri Bilge Ceylan; sceneggiatura: Ebry Ceylan, Nuri Bilge Ceylan; fotografia: Gokhan Tiryaki; montaggio: Nuri Bilge Ceylan, Bora Goksingol; scenografia: Gamze Kus; interpreti: Haluk Bilginer (Aydin), Melisa Sozen (Nihal), Demet Hakbag (Hidayet), Serhat Kilic (Hamdi); produzione: Zeyno Film; origine: Turchia, Germania, Francia; durata: 196’.


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