X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



XXY

Pubblicato il 23 giugno 2007 da Alessia Spagnoli


XXY

Lolita e Tadzio insieme. Questo è Alex. Oltre che per la ’malattia’ dei suoi quindici anni, la ragazza soffre anche a causa della sua condizione di irrimediabilmente diversa. Adolescente inquieta, le gambe lunghe e nervose da cerbiatta sempre scoperte, sempre in movimento, Alex è alla ricerca di un pezzetto di terra (o d’acqua) in cui sentirsi finalmente a proprio agio, lontano dagli sguardi e dai commenti crudeli di gente insensibile. I genitori l’hanno portata in questo posto un po’ sperduto, fuori dal mondo, per evitare di sottoporla ai giudizi dei cosiddetti ’civilizzati’.
C’è, però, una scena terribile nel film, che vanifica quest’illusione di poter mettere al riparo la figlia dalla ferocia del prossimo: quella dei ragazzetti curiosi, imbecilli, che ’vogliono vedere’ a tutti i costi. Ed è peggio che assistere a uno stupro.
Ma perché la diversità altrui dovrebbe turbare tanto gli animi? Quesito quanto mai attuale, in tempi di ’Family Day’. Così interroga lo spettatore, la regista, mettendolo nella condizione di non poter voltare la testa dall’altra parte, evitando qualsiasi forma di partecipazione alle sofferenze profonde di questa ragazzina, ferita a ripetizione durante il corso del film. La regista, tuttavia, evita di dipingere la sua giovane protagonista unicamente come vittima pietosa. Tutt’altro. Alex è fiera, coraggiosa, oltraggiosa perfino, perché il suo dolore le ha acquistato il diritto di essere sincera. Sono in molti, difatti, a non poter evitare di ammirarla profondamente. Suoi coetanei meno forti di lei, che la seguirebbero ovunque.
La decisione di Alex è estremamente coraggiosa: la sua scelta è non decidere, rifiutare di prendere i cortico-steroidi che le evitano di virilizzarsi. Dire no all’operazione che pretenderebbe di ’normalizzarla’, perché tanto, normale come lo intendono i più, lei non lo sarà mai. Sono gli altri ad avere più paura di confrontarsi con la realtà. Alex, la sua, ce l’ha sotto gli occhi continuamente, da quando è nata. Non ha paura di chiedere, lei: ’Il tuo lavoro ti piace?’ ’E’ il mio lavoro’, le risponde laconicamente il chirurgo. ’I tuoi genitori ti piacciono?’ ’Sono i miei genitori’, fa eco al genitore, in maniera altrettanto sconfortante, il timido Alvaro.
La Puenzo sceglie di immergere film e personaggi in una tonalità verde-stagno anti-naturalistica, selvatica, anti-borghese. Quanto grigi e vili appaiono gli amici piombati dalla città a turbare il magico equilibrio raggiunto in casa, in cui non solo si accetta, ma si rispetta l’altro!

Esistono storie che nessuno ha voglia di raccontare. Per il suo esordio dietro la mdp, Lucia Puenzo ha scelto il soggetto più difficile che si possa immaginare, e che contiene dentro di sé una miriade di trappole (non tutte scampate al cento per cento). Probabilmente, ci voleva il coraggio di una donna, per farlo.
E lo avverti nitidamente, che dietro la mdp c’è una donna: quando il vecchio pescatore definisce Alex senza mezzi termini ’una specie a rischio’, il padre si dirige con piglio ultraminaccioso verso l’offensore, mentre, dentro di te, ti prepari ad assistere all’ennesima scazzottata. Invece, niente di simile, miracolosamente accade: nessuno può dirsi più oltraggiato di quest’uomo, eppure non una parola di ingiuria viene pronunciata.
Alla fine del film, forse si rischia perfino di ‘mitizzare’ un po’ troppo l’assoluta eccezionalità della famigliola al centro di una così delicata vicenda umana (Alex e suo padre, soprattutto). ’Beati i diversi’, sembra dire la Puenzo ’perché sono persone migliori’. Difficile, comunque, darle torto.


CAST & CREDITS

(XXY) Regia: Lucia Puenzo; soggetto: dal racconto di Sergio Bizzio; sceneggiatura: Lucia Puenzo; fotografia: Natasha Braier; montaggio: Alex Zito, Hugo Primero; musiche: Daniel Tarrab; scenografie: Roberto Samuelle; costumi: Manuel Morales; interpreti: Inés Efron (Alex), Ricardo Darin (Kraken), Valeria Bertuccelli (Suli), German Palacios (Ramiro), Martin Piroyanski (Alvaro), Luciano Nobile (Vando); produzione: Historias Cinematograficas Cinemania, Wanda Vision, Pyramide Productions; distribuzione: Teodora Film; origine: Arg/Fra/Spa 2007; durata: 91’


Enregistrer au format PDF