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Era meglio domani

Pubblicato il 13 giugno 2014 da Annalaura Imperiali


Era meglio domani

Era meglio domani dimostra, ancora una volta, quanto ad ogni paese prema di raccontare, soprattutto col mezzo del cinema, i propri problemi, le proprie tradizioni (nel bene come nel male), la propria identità. In una sola parola: la propria Storia.

Mediante una regia scarna, dall’aspetto improvvisato e dal sapore fortemente documentaristico, Era meglio domani racconta, nel frastuono di una rivoluzione in atto, le tribolazioni di Aida.

Aida è una donna tunisina che deve ricostruire la propria vita e che non vuole guardarsi indietro. Trascorre il tempo spostandosi da un quartiere povero all’altro, camminando come una raminga in territorio straniero alla perenne ricerca di una fortuna non facile da ottenere e che sembra, d’altro canto, l’unica via d’uscita, l’unico momento di “spannung” e di successivo scioglimento per emergere da una complessa situazione di stallo sia politico, che economico, che familiare.

Spinta dalla volontà di trovare un tetto sopra la testa e dalla vocazione di madre che la porta necessariamente a provvedere ai propri figli, Aida rivendica una libertà mai avuta e si lamenta con le lacrime agli occhi per un mondo arabo in rovina a causa di devastanti guerre intestine.

Le vicende storiche che si svolgono intorno a lei da una parte la tangono, ma dall’altra non le rendono facile la comprensione di meccanismi di potere più grandi di ogni singolo individuo e a causa dei quali il sostentamento di una famiglia nel baratro della miseria passa in secondo piano.

L’unico obiettivo di Aida è quello di scappare. La sua è una fuga del corpo dalle sofferenze fisiche, inflittegli da parte della misoginia di un regime arcaico; ma anche una fuga dell’anima, dalla pochezza spirituale di un sistema che non valuta la persona, nel senso più intimo ed antropologico del termine. Ogni essere umano è un numero, un possibile voto alle prossime elezioni, una testa in più tra la coloratissima folla e una mente in più su cui lavorare per cercare di disattivare, quanto più è possibile, intelligenza e spirito critico.

Convinta che la rivoluzione sia una benedizione proveniente dal cielo, tutto quello che resta da fare ad Aida è lottare a testa alta. Gli imperativi categorici? Procurarsi un lavoro, nonostante sia una donna; badare a quattro figli, nonostante sia sola perché abbandonata dal marito; tirare avanti con quel poco che si riesce ad ottenere giorno per giorno, nonostante questo comporti esperienze traumatiche come quella del carcere... Era meglio domani è dunque il cammino atipico di una donna che porta un nome il quale, in fondo, si mescola a quello di tanti altri. Confondendosi tra i tanti volti che, scesi in piazza per manifestare un forte malcontento diffuso, raccontano ognuno, in questa maniera, il proprio divenire.

E quello di un’Aida sfacciata e audace, nell’intervallo intenso della rivoluzione di un paese in lotta tra l’antico e il moderno, è soltanto uno dei molti che si possono portare all’attenzione del grande pubblico.


CAST & CREDITS

(Ya man aach – It was Better Tomorrow) Regia: Hinde Boujemaa; soggetto: Hinde Boujemaa; genere: documentario; origine: Tunisia, 2012; durata: 74’; web info: Scheda del film sul sito della Biennale


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