X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Addio a Miloš Forman, l’immortale regista di Amadeus

Pubblicato il 14 aprile 2018 da Mattia Allegrucci


Addio a Miloš Forman, l'immortale regista di Amadeus

Ci ha lasciato all’età di 86 anni il regista ceco Miloš Forman, dopo una breve malattia e che già dal 2011 si vide costretto ad abbandonare la macchina da presa a causa di una degenerazione maculare che colpì il suo occhio destro.

Al secolo Jan Tomáš Forman, l’autore ceco ha permesso al cinema del suo paese natale di fondersi con lo stile e l’industria di quello americano, portando al cinema d’oltreoceano una nuova impronta stilistica completamente personale e difficilmente replicabile. I suoi primi lavori in patria vennero apprezzati anche nel Nuovo Continente, tanto che il suo Gli amori di una bionda del 1965 ottenne la nomination a Miglior Film Straniero. Dopo la primavera di Praga, Forman si trasferì in America distinguendosi sin da subito con il suo intenso e forte Taking Off del 1971, nel quale racconta il tema dell’incomunicabilità tra genitori e figli. La sua prima fatica americana venne premiata con il Grand Prix Speciale della Giuria al 24° festival di Cannes.

Osannato dalla critica di tutto il mondo, ottenne il vero successo di pubblico nel 1975 grazie al famosissimo Qualcuno volò sul nido del cuculo con Jack Nicholson, parabola sul terribile trattamento che veniva riservato ai pazienti degli ospedali psichiatrici. L’opera vinse anche cinque premi Oscar, tra cui miglior film. A questo seguì, nel 1979, la rivisitazione cinematografica del musical di Broadway Hair, portatore di una forte critica alla guerra del Vietnam che venne presentato fuori concorso al 32° festival di Cannes. Dopo Ragtime, che nel 1982 fece incetta di nomination, nel 1985 Forman si guadagnò il suo secondo Oscar alla miglior regia con Amadeus, il capolavoro che metteva in mostra la travagliata storia di Mozart raccontata dal suo mentore Salieri, toccando argomenti forti e sempre presenti nei lavori dell’autore come la religione, i rapporti umani, le relazioni tra uomini e donne e l’abuso di potere. Il film si portò a casa complessivamente otto statuette.

Impossibile dimenticarsi, tra gli altri suoi lavori, di Larry Flint – Oltre lo scandalo (con il quale vinse il Golden Globe alla miglior regia) e dell’acclamato Man on the moon, portato al successo anche dalla fantastica performance di Jim Carrey. Miloš Forman ha contribuito ad arricchire e migliorare il cinema americano e mondiale e, nonostante la sua arte mancasse già dal lontano 2006 (anno de L’ultimo inquisitore), le sue opere continuano ancora oggi ad essere un inconfondibile e rigoglioso esempio di grande passione e talento e ad essere soprattutto delle magnetiche e meravigliose lezioni di un cinema che, finché ci saranno persone come Forman a coltivarlo appassionando continuamente spettatori di ogni parte del mondo, non scomparirà mai del tutto.


Enregistrer au format PDF