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Almost married

Pubblicato il 28 giugno 2011 da Edoardo Zaccagnini


Almost married

Quel cinema italiano finestra sul mondo, sullo spazio e sul tempo degli altri, che per quanto è liquido tutto, ormai, ci interessa direttamente: è anche il nostro. Quel cinema italiano povero e appassionato, viaggiatore, traballante e denso. Ancora un documentario interessante, relativamente italiano, per nulla a braccetto col cinema italiano della sala. Più libero di raccontare, perchè nato apposta per questo, perchè svincolato da grandi pretese da botteghino. Si intitola Almost married ed è girato fuori dal paese nostro. Una storia sensazionale e paradigma, una vita da raccontare e per raccontarne tante. La storia di Fatma Bucak, giovane curda venuta in Italia per superare le regole e le costrizioni della sua famiglia e della sua cultura. Alla ricerca di una vita più indipendente dalla sua cultura d’origine. Ma anche il racconto di quella cultura, che durerà ancora per quanto? Pasolinianamente, fermare società attaccate dal presente centrifugo di altre culture, con tutte le loro particolarità, anche questo è il tema di Almost married. Fatma è venuta in Italia ad affollare le strade del paese accanto a centinaia di migliaia di persone come lei, diversissime da lei. Qui ha conosciuto il mondo festa dello spettacolo, colori e divertimento, libertà, con tutti i chiaroscuri e i doppi fondi di questo. Metà giardino e metà galera, senza regole ferree, pieno di trappole. Qui Fatma ha studiato fotografia e ha conosciuto l’amore di un ragazzo italiano: Davide, oggi suo fidanzato e convivente, futuro sposo. Qui ha deciso di raccontare il rapporto conflittuale con la sua cultura, di recuperarlo, in qualche modo, denunciando il suo tradimento, usando le immagini per fermarne in qualche modo la memoria. C’è una storia, in tutto questo, che fa da motore al tema, che sostiene narrativamente la volontà di Fatma di mantenere un legame con la sua cultura. E allora eccola alla regìa di questo viaggio di ritorno, affiancata da Sergio Fergnachino, con una camerina che la segue verso "casa", perchè Fatma ha deciso di tornare nella sua più remota Turchia per chiarire al padre, capo clan, quella scomoda verità fatta di convivenza con un occidentale che sta per sposare, e di un quotidiano fatto di competenze estranee alle regole del gruppo a cui apparteneva. Competenza e capacità artistiche che denunciano i limiti delle regole sociali da cui Fatma proviene, le incompatibilità con tanti altri pezzi del mondo, oggi più forti, dominanti. Fatma vuole dire a suo padre che sta per sposarsi in un altro modo, e gli porta sotto gli occhi il suo mondo e il destinatario dei suoi sentimenti. Almost Married è un tentativo di dialogo tra modernità e tradizione, tra spazi sempre meno lontani, un film che sceglie di raccontare con leggerezza, un film molto personale eppure efficace per il pubblico. Un lavoro dignitoso e interessante, la storia di una persona, prima di tutto, che può aiutare a capirne altre.


Regia: Fatma Bucak, Sergio Fergnachino, Produzione: Zenit Arti Audiovisive, Collettivo Don Quixote, Move, Durata: 60’


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