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Americana - Cougar Town

Pubblicato il 17 marzo 2010 da Viviana Eramo


Americana - Cougar Town

Abbandonate le atmosfere tutt’altro che rassicuranti di un telefilm ingiustamente sottovalutato come Dirt, Courteney Cox sembra fare marcia indietro e tornare alle origini. Smessi i panni (sexy) della spietata caporedattrice di una rivista di gossip, l’attrice statunitense continua a sentirsi a suo agio in una comedy che si potrebbe definire a metà strada tra Friends e Scrubs. Non è un caso, allora, che i creatori di Cougar Town rispondano ai nomi di Bill Lawrence e Kevin Biegel, entrambi sceneggiatori della fortunata serie con protagonista Zach Braff, con qualche incursione, per quanto riguarda Lawrence, nella sitcom Friends.

La comicità di Cougar Town, trasmesso in patria da ABC e qui da noi da Fox Life, sembra trovare il proprio fondamento in personaggi strambi, le cui vicissitudini assumono bislacchi contorni, demenziali a volte, solo in virtù di quanto dicono e pensano i nostri protagonisti. Ciò che succede tra le mura della casa di Courteney Cox, quarantenne appena uscita da un divorzio con figlio a carico, e di quelle dei sui bizzarri amici non è la vera sostanza drammaturgica della serie. La verve comica è tutta nello scambio velocissimo di battute, nelle considerazioni al limite del politically correct, nella battute esplicite su abitudini e desideri sessuali di uomini e donne. Come in Friends, i due sessi, che intrecciano tra di loro relazioni amicali e non solo, sono schematicamente contrapposti, ma non senza presentare una certa variazione interna. Così tra gli uomini figurano single anaffettivi apparentemente superficiali e mariti sottomessi, mentre tra le donne troviamo ventenni libertine e mogli autoritarie. Cougar Town sembra allora ben applicare la formula di Friends, ma offrendone una versione meno edulcorata. A conferma di ciò, Phoebe/Lisa Kudrow, guest star nell’undicesimo episodio di questa prima serie, veste i panni di un personaggio dall’indole lontana anni luce da quell’adorabile svampita che era in Friends. Qui, per l’appunto, si è ‘incattivita’, il suo senso dell’umorismo si è fatto quasi offensivo.

Tuttavia, a ben guardare, questa sitcom - che ha per protagonista la negazione della donna manager, tipica, al contrario, di molti serial recenti, e che liquida nell’ironia la possibilità di un confronto credibile con serie come Sex and the city - come da manuale, tiene a bada molto bene tutto il suo potenziale eversivo. Così, ogni episodio, in cui si alternano stabilmente i luoghi frequentati dai protagonisti e in cui lo scambio di battute si fa spesso esilarante e politicamente scorretto, costantemente ribadisce nel finale lo status quo: quello di una mamma non proprio perfetta che cerca di avere (e ci riesce!) un rapporto amicale col figlio, senza rinunciare a vivere la sua vita da ‘cougar’ (in gergo si dicono cougar le donne mature che frequentano ragazzi molto giovani). Il “volemose bene”, chiaramente, è dietro l’angolo e certamente esibito. In fondo è esattamente questa certezza a permetterci di godere appieno di una comicità parossistica, che si ferma giusto un passo prima di diventare demenziale e che pur essendo, in qualche caso, fieramente grossolana, non rinuncia affatto ad essere pungente ed esilarante.


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