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Amore non essere geloso

Pubblicato il 3 dicembre 2016 da Maria Vittoria Solomita


Amore non essere geloso

Roma - Teatro de’ Servi. Ancora un titolo incentrato sui sentimenti, su quelle relazioni umane di cui sono pieni i talk show, le sale da tè, i centri estetici e le palestre. Se ne fa tanto un parlare, che alle volte la parola soppianta l’azione.
Onde evitare che i sentimenti restino un proposito per il nuovo anno, il testo di Andrea Zanacchi ci mostra uno spaccato di vita matrimoniale, anzi, due: Quattro coniugati alle prese con la gelosia patologica, quella che mina i rapporti e cerca palliativi in tisane, yoga, chimica farmaceutica e fantacalcio.
Ad interpretare le coppie di uniti-finché-morte-non-vi-separi troviamo Elena Mazza e Daniele Derogatis, Manuela Bisanti e Giampalo Filauro. Dinamici, ben amalgamati, vince la coppia A, la psico-ayurvedica.

Dal 2015, quando si è aggiudicato il Festival Testaccio Comic Off, Amore non essere geloso è diretto da Marco Simeoli. Scelta felice.
Rotta la quarta parete, gli attori possono interagire col pubblico (la gelosia è in prima fila), usano la sala come ulteriore scena, miscelano i loro due appartamenti in una sorta di Matrix estemporaneo.
Le scene di Veronica Corrente si polarizzano sul rosso e il nero, così come i costumi. Oltre al codice cromatico, rimandano alla gelosia anche le musiche. Leitmotiv è il tango, Piazzolla impera. Le note passionali ritmano un intreccio che sa di quotidiano: uomini insicuri, sebbene amati, mettono a repentaglio la relazione perché sovraccaricano le rispettive compagne con richieste di conferme.
Le radici storiche della gelosia si perdono nella notte dei tempi, spiega la voce fuori campo del dott. Cristescu – dal corpo di Lorenzo Profita. Come dire, non facciamocene un cruccio, ché tocca conviverci, la gelosia è nel nostro DNA. A ragion del vero, questa “debolezza” è trasversale – continua illuminante il dott. Cristescu -, accomuna il maschio di pennuti, ovipari, bipedi,... Ecco il punto, forse si eccede in stereotipi. L’uomo alfa di questa pièce è meridionale, sposato, insicuro. Dall’altra parte, se pure ne dovesse provare, quella della donna sarebbe quasi una gelosia di riflesso, è un sentimento indotto dal compagno, e comunque viene nobilitata, la gelosia femminile è la cartina di tornasole per analizzare lo stato in cui versa la relazione amorosa.

Viene da pensare che, in qualche regione italiana, la gelosia è (anche) una persiana, un marchingegno che lascia passare luce ed aria, ma che protegge l’interno di un ambiente da occhi indiscreti. Questo perché dobbiamo ai Persi l’invenzione degli antenati di serramenti simili, pensati proprio per motivi di gelosia. Oggi, però, ci si potrebbe aprire, ogni tanto, facendosi guardare meglio dentro, prima di puntare l’occhio e il dito fuori.
La commedia, in effetti, fa sorridere.


Amore non essere geloso; Regia: Marco Simeoli; drammaturgia: Andrea Zanacchi; scene: Veronica Corrente; luci e fonica: Federico Millimaci; interpreti: Manuela Bisanti, Elena Mazza, Giampaolo Filauro, Daniele Derogatis; Teatro: Teatro de’ Servi fino al 18 dicembre


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