X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Animation Toon, l’Oscar della fantasia colpisce ancora

Pubblicato il 6 marzo 2006 da Riccardo Protani


Animation Toon, l'Oscar della fantasia colpisce ancora

Alla fine anche stavolta ci siamo arrivati. E fa un certo effetto constatare che quest’anno alla notte degli Oscar non sia presente a concorrere pure l’allegra combriccola di Madagascar. Che, diciamocelo, assenti giustificati stavolta i vari Shrek e i vincitutto della Pixar se la sarebbe potuta cavare anche senza troppe difficoltà. Eppure, per quanto possa far strano, questa è la realtà. Che d’altronde non finisce mica di sorprenderci: è infatti tattico alquanto il grande ritorno glaciale di Mister Chris Wedge, l’uomo dietro Ice Age 1 & 2, che tramite il delfino Carlos Saldanha si ripresenta alle platee fuori tempo limite per non ledere nelle mura amiche alla nomination di Tim Burton per il suo The Corpse Bride (un capolavoro, comunque). E fa sensazione la presenza di Hayao Miyazaki che col suo Castello Errante di Howl potrebbe seriamente bissare l’Oscar di tre anni fa e allungare così la propria bacheca di trofei (in effetti il Giappone che trionfa di nuovo con l’animazione “classica” in casa delle factory del digitale un certo effetto - speciale - lo farebbe sul serio...). Last but not least ecco l’irriverente Nick Park, lo “sparring partner” d’oltreoceano, la scheggia impazzita che potrebbe arrivare fino in fondo con un film di plastilina, quel Wallace & Gromit che lascia da parte computer e disegni per dei pupazzi degni eredi delle galline di Chicken Run.
Chi vincerà? Bah, a giocarcela di brutto il pronostico è da tripla. Troppa la bravura dei singoli, dirompente la diversità dei titoli: collage di tecniche varie per Burton, disegno e pittura per Miyazaki, plastilina e tempera per Park. E comunque film straordinari tutti e tre. D’altronde: tutti e tre con qualche “contro” da puristi. Nightmare Before Christmas è la vera novità di Mr. Burton, che nella realizzazione di Bride si è autocitato; Miyazaki continua a prediligere romanzi europei parecchio sottili e di difficile impatto a prima vista; Park è l’unico a realizzare lungometraggi con la plastilina: geniale ma di nicchia.
Eppure il gioco dei pronostici vale la candela. Tutte e tre le pellicole si sono intanto scafate anche in versione DVD (ma qui è Madagascar ad aver vinto l’Oscar delle vendite), e la statuetta sarebbe alla fine per ognuna solo (solo...) la ciliegina sulla torta. L’ideale sarebbe premiarle ex aequo. Ma qui si parla di stelle, non di sogni. E intanto dalle parti del pianeta Disney, complice l’effetto Narnia, si stanno ancora ultimando i grandi programmi di ristrutturazione e varando nuovi titoli in cantiere. Anche perché Topolino e Paperino sono sulla breccia da quasi un secolo ma da soli non hanno ancora vinto un Oscar tutto loro. Assurdo, vero?


Enregistrer au format PDF