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Annientamento [NETFLIX]

Pubblicato il 26 marzo 2018 da Francesco Bellia


Annientamento [NETFLIX]

Tratto dall’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer, vincitore del premio Nebula nel 2014 (uno dei massimi riconoscimenti mondiali per la letteratura fantascientifica), “Annientamento” di Alex Garland, è un horror metafisico di fantascienza, un’opera notevole, fortemente conturbante, atipica e complessa, che sfrutta l’ambiguità del desiderio di autodistruzione dell’essere umano per suscitare il terrore e lo sgomento dello spettatore dinnanzi all’attrazione per la morte, un desiderio a dir poco oscuro, insano e ambiguo, ma paradossalmente insito nella natura dell’uomo.

La trama: Una donna (Natalie Portman) non si rassegna alla scomparsa del marito (Oscar Isaac), che non vede da un anno, dopo che questi è partito per una misteriosa missione da cui non è più tornato. Improvvisamente l’uomo ritorna, ma sembra cambiato. La moglie scopre che è afflitto da un male sconosciuto, che ha contratto quando si è recato nell’Area X, una barriera trasparente e aliena, che si è formata improvvisamente sulla terra, inglobando qualsiasi cosa al suo interno e provocando mutazioni genetiche incontrollabili. Nulla di ciò che entra dentro la barriera può uscire e ciò che ne esce è completamente trasformato, come il marito della protagonista, caduto in coma poco dopo il suo ritorno. Per saperne di più su questo strano fenomeno e sopratutto sulle motivazioni che hanno spinto il marito ad offrirsi volontario per questa missione, la protagonista, anche biologa, si unisce alla nuova spedizione dentro la barriera, assieme ad altre compagne di viaggio, per raggiungere il faro, in cui sembra essersi originata per la prima volta la mutazione.

Già dal principio la spedizione assume le caratteristiche di uno strano incubo: inquietante, ma attraente al tempo stesso. All’interno dell’area X, infatti, le mutazioni genetiche sono continue e inarrestabili: ogni pianta, animale che la occupano si modificano radicalmente e continuano a proliferare e a duplicarsi come se la foresta fosse affetta da un tumore impazzito. Queste mutazioni esasperate formano un paesaggio nuovo, trasfigurato che appare fiorito e ammaliante, ma al contempo mostruoso, e abominevole, come gli strani animali ibridi che lo abitano. Nonostante le scoperte sempre più sconcertanti, che dovrebbero spingerle a desistere, le protagoniste proseguono il cammino. Presto si scoprirà che ciascuna di loro, per motivazioni diverse, ha perso il desiderio di vivere ed è inconsciamente attratta dal desiderio di annientamento, di cui l’entità che abita l’area X sembra volersi alimentare. Alternando passato e presente, thriller psicologico e horror metafisico Alex Garland dà vita ad un film conturbante, ma anche riflessivo, un’opera fantascientifica non certo commerciale, il cui orrore, tangibile e sferzante, sorretto da abbondanti dosi di suspance, fa rabbrividire lo spettatore nel profondo. Un horror sofisticato, quindi, in qualche modo esistenziale, che non si ferma in superficie, affidandosi solo a singole scene di impatto, ma si addentra con coraggio e sguardo attonito nella "foresta tumorale” descritta, metafora della pulsione di morte che si agita dentro ogni uomo.

La regia e la sceneggiatura di Garland sono solide. Egli, infatti, si ispira liberamente al romanzo Annientamento di Vander Meer, per adottare uno stile molto personale che lo porta a conclusioni proprie, una rilettura dell’opera, che in realtà attinge molto anche da un altro romanzo, il geniale e sconcertante capolavoro di BallardForesta di Cristallo”. Numerose le analogie con l’opera dello scrittore inglese (stessa nazionalità di Garland), in cui all’improvviso in Sud Africa si forma una strana foresta che sembra assorbire la luce solare. All’interno di questo luogo luminoso, in continua espansione (come l’area X), la luce viene rifratta dalla natura cristallina della foresta che causa il folle proliferarsi di cristalli (come se fossero un tumore).

Come Natalie Portman in Annientamento, il protagonista di Foresta di Cristallo, è un medico che vuole comprendere perché la sua compagna si è recata volontariamente all’interno della foresta. Allo stesso modo, nonostante la mortifera natura del luogo, l’uomo insiste nella sua ricerca, profondamente ammaliato dal paesaggio trasfigurato dai cristalli, che causano la morte, ma al contempo la abbelliscono, invitando i viaggiatori a diventare parte integrante della foresta ed annullarsi in essa. In quest’opera oscura e contraddittoria, come molti scritti di Ballard, il protagonista scoprirà di essere attratto proprio dalla trasfigurazione e dall’annientamento che la foresta provoca.

Nonostante le divergenze, Garland riprende nel suo Annientamento lo spirito autodistruttivo dell’opera di Ballard. Diverse poi le citazioni: dal coccodrillo, primo animale che i viaggiatori incontrano sul loro cammino, al paesaggio dell’area X, che nella seconda parte del film risulta caratterizzato da alberi di cristallo; nonché nella scena in cui si parla della natura prismatica e rifrangente della barriera (a suo modo cristallina come la foresta). Come si diceva però Garland rielabora con una sua personale impronta il materiale letterario di partenza. Aggiunge innanzitutto la dimensione del thriller psicologico: il film infatti, adotta una narrazione discontinua che tra passato e presente, con dialoghi spesso enigmatici e parziali (ma non per questo meno rivelatori) ricostruisce il rapporto tra la protagonista e il marito. Allo stesso modo viene utilizzato il tema del doppio e dell’ater ego, molto caro dal regista già in Ex Machina.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, questa si dipana bene nel descrivere il terrore delle protagoniste dinnanzi all’entità malata e trascendente che le circonda e che sembra alimentarsi del loro desiderio di annientamento. L’angoscia cresce sempre di più nelle donne e nello spettatore. Il thriller psicologico si trasforma in horror, quando esse affrontano le mutazioni dell’area X, ( tra cui una creatura che ricorda molto l’alzabo del "Ciclo del Libro del nuovo sole" di Wolfe, altro importante scrittore di fantascienza americano). Tra le scene più di impatto, quelle in cui attraverso dei video vengono mostrate le mutazioni cui sono sottoposti gli esseri umani che sono rimasti nella zona. Con queste immagini Garland collega l’occhio dello spettatore a quello delle protagoniste del film, che a loro volta guardano il video. Un discorso metacinematografico che crea una forte empatia. E’ come se il regista dicesse agli spettatori che anch’essi sono attratti dall’autodistruzione: perché se essi continuano a guardare, in qualche modo ciò significa che anche loro sono partecipi dell’impulso di morte che anima i protagonisti del film.

Nello sconvolgente e metafisico finale della pellicola (aperto senz’altro a molteplici interpretazioni), con il confronto-scontro tra la donna e l’alieno che abita l’area X , il regista si discosta dal finale apocalittico del romanzo di James Ballard . Se lo scrittore inglese, infatti, in Foresta di Cristallo rende i suoi personaggi quasi degli "adoratori" della folle trasfigurazione operata dalla foresta di cristallo, destinata ad inglobare il mondo intero; Garland, nella sua pellicola “Annientamento”, dà un messaggio di speranza, sebbene ambiguo. La protagonista, infatti, a differenza di tutti quelli che l’hanno preceduta, non sceglie la via dell’annientamento prospettata dall’alieno che abita l’area X, ma comprende, invece, che è quest’ultimo a volersi autodistruggere. Assecondandolo riesce a tornare indietro.

Secondo questa interpretazione la barriera intorno all’area proibita può essere vista come uno specchio: un prisma che riflette infinite volte il desiderio di morte degli esseri umani. L’aver attraversato questa zona implica aver acquisito la consapevolezza di desiderare dentro di se la morte. Nonostante la protagonista sopravviva all’area X, non sarà mai più la stessa, perché il sapere di essere stata sul punto di autodistruggersi basterà per segnare definitivamente la sua esistenza, trasfigurandola del tutto. Un finale amaro e ambiguo, che non nega però la possibilità di scegliere, come invece accade in Ballard.

Film decisamente anticommerciale e coraggioso per la difficoltà del soggetto e per la convincente resa finale, Annientamento conferma l’indubbio talento di Alex Garland, che con questo film mostra tutta la forza delle sue idee e la peculiarità del suo modo di fare cinema.


(Annihilation); Regia: Alex Garland ; sceneggiatura: Alex Garland; fotografia: Rob Hardy; montaggio: Barney Pilling; musica: Geoff Barrow, Ben Salisbury; interpreti: Natalie Portman, Jennifer Jason Leigh, Gina Rodriguez, Tessa Thompson, Tuva Novotny, Oscar Isaac, Benedict Wong, Sonoya Mizuno; produzione: Scott Rudin, Andrew Macdonald, Allon Reich, Eli Bush; distribuzione:Netflix ; origine: Stati Uniti; Regno Unito; durata: 115’


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