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BEFORE SUNSET - PERCHE’ NO

Pubblicato il 18 novembre 2004 da Antonio Pezzuto


BEFORE SUNSET - PERCHE' NO

Nove anni fa, Richard Linklater girò Before Sunrise, la storia di un incontro, a Vienna, tra due sconosciuti: Jesse e Celine alias Ethan Hawke e Julie Delpy. Era il 1995, e molte cose da allora sono cambiate, e sono cambiate perché gli anni fanno cambiare caratteri e progetti, perché gli incontri e le esperienze ci fanno morire e rinascere mille volte al giorno e non sempre rinasciamo come eravamo, e così miliardi di volte sono morti e rinati anche Jesse e Celine, che si ritrovano a Parigi, nove anni dopo, appunto, per un breve inatteso incontro, un paio d’ore aspettando che Jesse prenda l’aereo. Cambiano i progetti, cambiano i luoghi e le attese, cambiano anche le professioni (Jesse scrittore di successo, Celine lavora nell’umanitario) così come cambiano le ore della giornata, questa volta Before Sunset, prima del tramonto, quando il giorno è già andato e non è notte ancora. Cambia la città che non è più Vienna ma una Parigi infarcita di luoghi comuni: il caffè, la strada, il parco, il battello sulla Senna, un uomo e una donna che parlano di cosa erano, di Dio e del sesso, di non sapere se potranno ancora diventare qualcosa, ma che è importante sognare, perché, come diceva Einstein, per poter non credere alla magia, a qualcosa che non si possa vedere, toccare o immaginare, bisogna essere morti. Non cambiano gli attori, che dominano i personaggi oggi come allora, e che questa volta hanno collaborato alla sceneggiatura, tutta scritta: un solo dialogo lungo 86 minuti, recitato divinamente. E la sequenza dove Julie Delpy canta la sua canzoncina (purtroppo orrendamente doppiata nella versione italiana) vale tutto il film. Intorno e dentro, dicevamo, solo luoghi comuni, il parlare di ciò di cui tutti parlano, mentre intorno altre persone, comuni, compiono gesti minimi, banali: fare jogging, passeggiare con un cane... gesti straordinariamente ordinari, come straordinariamente ordinaria è la storia tra queste due persone, che potrebbero essere chiunque, personaggi da reality show. Ed è proprio qui il primo problema del film. Certo la macchina da presa è leggera e morbida, i campi e controcampi sono dolci come colline toscane... Ma lo sguardo che rivolgiamo verso Jesse e Celine è lo stesso sguardo che rivolgiamo verso un chiunque protagonista di un qualunque Grande fratello. La naturalezza non è sempre pregio: non lo è, soprattutto, quando ci trasforma in passivi voyeurs. Passivi, perché non possiamo schierarci, non possiamo essere contro o a favore di questo universo dove tutto è perfetto, dove le responsabilità sono altrove, nella vita di tutti i giorni, tristezze di cui non si vede nulla ma delle quali sentiamo parlare, e che hanno tutta la nostra compassione (la famiglia triste, la nonna morta). Before Sunset non è un sequel, non è la continuazione di un racconto iniziato anni fa. È solo la messa in scena di una relazione tra un artista, scrittore di talento, e una signorina per bene, intelligente e sensibile, che lavora nell’umanitario. Jesse, infatti, è a Parigi, per presentare un libro, il libro della storia di un incontro di nove anni fa a Vienna, con una sconosciuta. E del reincontro casuale di questa sconosciuta. Un artista, con capacità di rileggere gli episodi della vita, di astrarli e renderli arte, che chiede a chi ha davanti una performance che solo lui sarà in grado di trasformare in un libro di successo. Al centro della storia, di questa storia, cioè, non ci sono un uomo ed una donna, ma c’è solo Lui, un artista, che relega la sua protesta al fumare con gusto una sigaretta, che comprende quello che gli succede, che ha una vita quotidiana apparentemente “squallida”, con bambino e moglie nel Texas e che forse è pronto ad abbandonare, perché, si sa, gli artista sono un po’ folli e seguono la corrente come la corrente la seguono i pesci dei fiumi. Ma a furia di seguirla, la corrente, si finisce nel mare, dove l’acqua salata è più ricca e complicata da gestire, e molti dei pesci che dal fiume provengono, non troppo bene sanno sopravviverle. E Celine sarà solo contenta che un uomo così importante abbia mostrato non solo di ricordarsi di lei ma, forse, anche di includerla nella sua vita. Vita squallida e senza speranza, perché, si sa, lavorare nell’umanitario non è certo così figo quanto scrivere libri di successo.

[novembre 2004]

regia: Richard Linklater sceneggiatura: Julie Delpy, Ethan Hawke, Richard Linklater fotografia: Lee Daniel montaggio: Sandra Adair interpreti: Ethan Hawke, Julie Delpy produzione: Richard Linklater, Anne Walker-McBay origine: USA 2004 durata: 86’

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