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Behind the walls

Pubblicato il 16 luglio 2014 da Sabrina Mascellari
VOTO:


Behind the walls

Sulle pagine di Close-Up abbiamo parlato del felice connubio tra cinema e ascensore a proposito di un cortometraggio umoristico statunitense intitolato The Elevator, e del potere suggestivo che questo angusto luogo chiuso ha spesso suscitato in sceneggiatori e registi con risultati estetici e metaforici in alcuni casi esaltanti.

In Behind the walls , cortometraggio scritto e diretto da Jihun Ahn, il lift diviene teatro di un incontro singolare tra due culture diverse e distanti. Un giovane viaggiatore, presumibilmente angloamericano, attende l’arrivo dell’ascensore in un luogo non ben identificato e, quando le porte si aprono, si imbatte in una donna il cui aspetto non lascia dubbi sul suo status: indossa l’abaya, il lungo camice nero tradizionale di alcuni paesi musulmani, e sul capo porta il naquib, il velo islamico che rende visibili solo gli occhi. Sullo sfondo chiaro e asettico dell’ascensore, la figura femminile si staglia in modo quasi spettrale e coglie di sorpresa il ragazzo che esita a entrare per non condividere un luogo chiuso con una persona esteticamente lontana dai canoni occidentali e con la quale non sa come rapportarsi. Rinunciare sarebbe palesemente scortese e, quindi, decide di salire ritrovandosi accanto alla donna dagli occhi color acqua sorgiva e rivelatori della sua giovane età. Il ragazzo è incuriosito dalla presenza di questa creatura impenetrabile che scruta e tenta di decifrare, mentre lei è a disagio nel sentirsi osservata. L’imbarazzo è palpabile e il viaggio sembra non finire mai, ma un improvviso e prolungato blocco dell’ascensore costringe i due passeggeri a un inevitabile confronto con conseguenze inaspettate per entrambi.

“O Profeta! Di’ alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano dei loro mantelli”, le parole del Corano sembrano riecheggiare negli otto minuti di Behind the walls , in cui il regista di Seoul racconta i sentimenti di paura e diffidenza che la diversità culturale, ideologica e religiosa infonde. Sentimenti esplorati non in senso unilaterale, vale a dire, non solo dal punto di vista del viaggiatore, ma anche da quello della giovane donna il cui aspetto può rappresentare un segno ostentato di distacco dall’occidentalizzazione, oltre che un’evidente appartenenza ad un’etnia e un’adesione coerente a una linea di condotta espressa da un credo. Empatia e pietas, racchiuse in gesti significativi, diventano le ali che fanno volare i due ragazzi al di là del muro insormontabile dell’incomunicabilità e delle barriere ingannevoli del pregiudizio.

Un confronto serrato sulla “diversità” non poteva trovare ambientazione migliore del “cinematografico” ascensore bloccato, luogo ideale, sospeso nel tempo e nello spazio, in cui non è possibile eludere una situazione di disagio, dove non ci sono vie di fuga e dove non si può voltare la testa ignorando chi si ha di fronte. Jihun Ahn dilata i tempi della scena esasperandoli, non immagina alcun dialogo, usa una fotografia priva dei toni caldi e sottolinea la micro-gestualità dei due interpreti per rendere il racconto realistico, verosimile e focalizzare l’attenzione sul messaggio, pacifista in modo sin troppo esplicito. Il racconto nel complesso soffre di una certa prevedibilità nello sviluppo, ma è controbilanciato da alcuni piccoli dettagli che lo spettatore può liberamente interpretare e dall’abilità del regista nel tenere alta l’attenzione nonostante il prolungato silenzio, il commento musicale e la fissità dell’azione che possono, se mal dosati, diventare estenuanti.

Behind the walls è un racconto che non lascia indifferenti e offre diversi spunti di riflessione sull’incomunicabilità nella “diversità” che può e deve essere superata perché, come scriveva Italo Calvino, “Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori”.

Tweeting: Otto minuti per raccontare la diversità culturale, ideologica e religiosa a confronto con l’imperituro sentimento di pietas.

Where to: Su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=N5IjInYNw3A


(Behind the walls); Regia, sceneggiatura, montaggio, sonoro e fotografia: Jihun Ahn; interpreti: Shiloh Silverman, Mackenzie Singh; scenografia: Yesl Bae; assistente di scena: Sinem Sarper; creative designer: Eunsoo Kwak; produzione: Aysegul Taskent, Fixstudio Pictures; origine: Turchia, 2011; durata: 8’,30’’


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