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Berlino 2004 - Forbrydelser/In your hands

Pubblicato il 9 marzo 2003 da Valentina di Michele


Berlino 2004 - Forbrydelser/In your hands

Fiore all’occhiello del catalogo danese in mostra al 54° Filmfestspiele Berlin, Forbrydelser/In your hands di Annette K. Olesen ha un grande pregio: l’onestà. L’onestà di mantenere intatti tutti i difetti della produzione media danese, i suoi dogmi, verrebbe da dire, visto che il film si ascrive, nonostante la prematura scomparsa dell’ufficio addetto, al manifesto Dogme 95. Qualche passo in avanti rispetto al debutto Små Ulykker/Minor Mishaps (due anni fa sempre a Berlino) -va ammesso- la Olesen l’ha fatto, superando il caotico vocìo tragicomoco familiare per approdare ad un gusto (unitario) per il tragico (sempre familiare). Una giovane sacerdotessa protestante, ormai rassegnata alla propria infertilità, scopre improvvisamente di essere incinta grazie ad una carcerata dotata di poteri taumaturgici, ma la sua felicità ha breve vita. Come da copione, scende in campo la coppia assillata da una mancanza (che nel nuovo cinema danese si esemplifica di solito con la malattia, la morte, l’assenza di un figlio/ partner), che improvvisamente - per intercessione divina, verrebbe da pensare- diviene presenza. La Olesen mischia storie parallele, amori improvvisi e (naturalmente) impossibili, filtrati stavolta dalla veridicità ISO 9001 del marchio Dogma: ambienti reali, luci naturali, nessun sottofondo musicale e quant’altro il decalogo impone. Il senso dell’operazione lascia, ancora una volta, perplessi. La regista proclama la fedeltà al canone per obbligo morale, sorta di asciutta aderenza al fatto che separa l’utile dall’accessorio, portando tutti (cast artistico quanto tecnico) ad esperire il dolore dei protagonisti, secondo il principio che vuole si esprima meglio ciò che si vive. L’abitudine ad iterare il processo catartico, però, fa pensare ormai più ad uno psicodramma sociale che cinematografico, ad una esposizione di volti e gesti (grazie anche alla bella prova di Ann Eleonora Jørgensen, già in Italiano per principianti) che esasperano una tensione che la Olesen sembra incapace di gestire. Un altro colpo a vuoto, testimone però di una vivacità, se non altro quantitativa, che molto cinema europeo sembra aver dimenticato.


CAST & CREDITS

Regia: Annette K. Olesen; Sceneggiatura: Annette K. Olesen, Kim Fupz Aakeson; Fotografia: Bøje Lomholdt; Montaggio: Molly Marlene Steensgaard; Interpreti: Ann Eleonora Jørgensen, Trine Dyrholm, Lars Ranthe, Sonja Richter, Sarah Boberg; Produzione: Zentropa Productions, DR2TV; Origine: Danimarca 2003; Durata: 104’


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