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Berlino 2009 - Wu sheng feng ling (Soundless wind chime) - Forum

Pubblicato il 11 febbraio 2009 da Simone Isola


Berlino 2009 - Wu sheng feng ling (Soundless wind chime) - Forum

“I cinesi credono che quando qualcuno viene mancare, la sua anima ritorni a casa il settimo giorno dopo la morte. Ad essa viene offerta una zuppa per eliminare i ricordi come preparazione per la rinascita. Dopo aver bevuto la zuppa, tutti i ricordi vengono cancellati e l’anima si reincarnerà ed inizierà una nuova vita”. Con queste parole Kit Hung spiega la chiave per leggere Soundless wind chime, opera dalle atmosfere sospese e delicate, affascinante quanto respingente e non completamente riuscita.
Il film, se visto dal punto di vista delle vicende trattate, può essere raccontato in poche parole: l’ambigua storia d’amore fra un ragazzo cinese ed un giovane svizzero fuggito ad Hong Kong, è il perno di un’opera stilisticamente raffinata ed elegante che, per quanto riguarda le modalità narrative, presenta indubbiamente degli aspetti molto interessanti. Tramite un uso del montaggio volto a scombinare la linearità cronologica dei fatti, la storia si svolge su tre linee parallele. In una troviamo i due ragazzi ad Hong Kong, nell’altra il giovane cinese a Pechino e, nella terza, una storia d’amore parallela che si svolge in una piccola località nella Svizzera tedesca. I protagonisti di quest’ultima sono il ragazzo cinese ed un sosia perfetto dello svizzero, morto in realtà ad Hong Kong dopo essere stato investito da un’automobile.
L’interesse di Kit Hung non sembra essere quello di cadere nella facile provocazione (posto il fatto che non crediamo che una storia d’amore gay in quanto tale, possa essere in qualsiasi modo provocatoria: solo nella nostra Repubblica delle Banane fa ancora paura l’innocuo Brokeback mountain!). Il cineasta cinese, con largo uso di piani stretti illuminati da luci calde ed umide e accompagnati da una colonna sonora minimalista particolarmente riuscita, accenna senza mai spiegare, ricrea atmosfere e situazioni più che accompagnare per mano lo spettatore. Se da una parte questo procedimento, che porta a mescolare realtà, sogno e ricordo, tende spesso a far concretizzare una sorta di onirica magia, dall’altra rischia di sfilacciare le trame del racconto oltre a generare una sequenza finale al limite della tollerabilità.
Pregi e difetti per un’opera riuscita solamente in parte. Malgrado tutto, però, prendiamo atto della classe di un regista giovane che pur avendo ancora molto da affinare, ha dimostrato il coraggio e l’ambizione di voler dimostrare a tutti i costi le sue grandi doti e la voglia di trarsi fuori dalle logiche del melodramma targato Hong Kong.


CAST & CREDITS

(Soundless wind chime) Regia, sceneggiatura e montaggio: Kit Hung; fotografia: Alex Shi Yue; musica: Claudio Puntin, Insa Rudolph; interpreti: Lu Yulai (Ricky), Bernhard Bulling (Pascal/Ueli); produzione: Keep in touch Company; origine: Hong Kong, Svizzera; durata: 110’.


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