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Breve storia della letteratura a fumetti

Pubblicato il 17 luglio 2014 da Antonio Napolitano


Breve storia della letteratura a fumetti

Maltrattato. Umiliato. Disprezzato. Sottovalutato. Il fumetto non ha mai avuto vita facile, sempre giudicato dall’alto in basso come forma minore d’arte (quando gli andava bene) o addirittura additato come mandante per crimini o deviazioni psicologiche e devianze sessuali da parte dei giovani. Celebre il caso dello psichiatra americano Fredric Wertham che nel 1954 pubblicò un saggio in cui accusava i fumetti di “corrompere i giovani e di portarli sulla strada della violenza e dell’omosessualità”. Comunque se c’è ancora bisogno di dover dimostrare il valore artistico, culturale e sociale del medium fumetto, basta leggere la Breve storia della letteratura a fumetti di Daniele Barbieri edito da Carocci per non poter avere più dubbi sull’importanza della nona arte, che nei fatti non è seconda a nessuna.

Il libro, in realtà, è una riedizione aggiornata con le novità degli ultimi anni rispetto alla prima pubblicazione del 2009 ed è un breve e gradevolissimo excursus nel mondo del fumetto diviso per periodi storici e per aree geografiche. Breve storia della letteratura a fumetti rappresenta uno strumento utile ed indispensabile per tutti gli appassionati del mondo dei comics ma anche per i neofiti e per tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi a questa forma unica di letteratura. Daniele Barbieri, docente universitario e tra i maggiori teorici del linguaggio del fumetto, in poche pagine riesce a passare in rassegna oltre un secolo di sceneggiatori e disegnatori, albi seriali e graphic novel, supereroi e uomini medi, analizzando i vari continenti (dall’universo americano a quello britannico, dal franco-belga a quello italiano, dall’argentino al giapponese). Universi che in modo differente hanno contribuito a far crescere il fumetto e farlo diventare adulto. Si parte dalla nascita delle strisce americane con Yellow Kid, si passa per Little Nemo e si arriva a Will Eisner e alla nascita del concetto di graphic novel. Ma quello che emerge sopra ogni cosa, non è la catalogazione o l’enciclopedismo con cui vengono descritti ed elencati i nomi degli autori o dei personaggi/eroi, piuttosto è l’approccio che Barbieri utilizza tra le righe di questi elenchi. Un approccio molto interessante attraverso cui il docente bolognese racconta di come i comics hanno letto e de-formato la realtà nel corso del secolo scorso, analizzandola, studiandola ed infine rappresentandola in maniera innovativa ed originale come forse nessun altro medium è riuscito a fare. E proprio questa rappresentazione, questa riproposizione della realtà, ha fatto sì che lo stesso mondo del fumetto potesse influenzare la realtà stessa. Il fumetto attraverso tutte le sue declinazioni (fantascienza in primis) è sempre riuscito ad andare oltre il presente e oltre le cose, in una dimensione fortemente politica. Non a caso una delle più belle storie di fantascienza come L’Eternauta, è stato anche uno dei più torbidi episodi che hanno attraversato il mondo del fumetto a causa della scomparsa come desaparecido dello sceneggiatore Hector Oesterheld per mano del regime argentino. Allo stesso modo le altre forme d’arte, il cinema su tutte, hanno riconosciuto, anche se implicitamente, una grande forza e innovazione nel fumetto saccheggiandolo a piene mani (anche se, in molti casi, con pessimi rifacimenti che pensavano solo al box office). Il fumetto in quanto tale resta un medium aperto all’innovazione, alla contaminazione e pertanto anche al furto, sempre pronto a mischiarsi tra sacro e profano, tra colto e popolare. Come afferma lo stesso Barbieri “questa contrapposizione tra produzione colta e popolare non coincide con l’opposizione tra prodotti di alta e bassa qualità: […] a fianco di autori più tradizionali e meno capaci di innovazione, troviamo anche i migliori autori del momento, spesso contemporaneamente impegnati in lavori di maggiore spessore. Ma diventa anche difficile tracciare una linea di confine tra le due realtà; perché di fatto le realtà non sono due, ma tante e differenti, e il fumetto ha conquistato finalmente lo status mediatico dei linguaggi tradizionalmente più nobili, come il romanzo o il film: una situazione cioè ricca di differenze, fluida se non magmatica, in cui qualsiasi riduzione a uno schema rigido è discutibile e vale per quello che è, ovvero, eventualmente, uno strumento molto specifico di spiegazione e semplificazione”.

Breve storia della letteratura a fumetti, nonostante l’approccio storiografico e il punto di vista tendenzialmente intersoggettivo ed equidistante, resta comunque un’opera assolutamente soggettiva (e non poteva essere altrimenti data la mole e la difficoltà di riassumere un secolo abbondante di storia del fumetto in poche pagine) con omissioni di autori che potevano essere presenti a scapito di altri e con qualche clamorosa bocciatura (come nel caso di Milo Manara, a cui viene dedicata una semplice riga).


Autore: Daniele Barbieri
Titolo: Breve storia della letteratura a fumetti
Editore: Carocci
Collana: Quality paperbacks
Dati: 216 pp, brossura
Anno: 2014
Prezzo: 16,00 €
Isbn: 9788843071135
webinfo: [Scheda libro sul sito Carocci http://www.carocci.it/index.php?opt...]


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