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Brividi sul divano. I telefilm di Alfred Hitchcock [libro]

Pubblicato il 9 settembre 2019 da Antonio Napolitano


Brividi sul divano. I telefilm di Alfred Hitchcock [libro]

Alla metà degli anni Sessanta, mentre faceva uno dei suoi soliti tour in Europa, visitando una città solitamente tranquilla e discreta come Zurigo, Sir Alfred Hitchcock notò in una libreria alcuni dei suoi libri tradotti in tedesco. Entrò per osservarli meglio e fu preso in ostaggio per più di un’ora dai clienti che richiedevano la sua firma sulla copia che avevano acquistato. Questo era il grado di popolarità di Hitch a un certo punto della sua carriera. Nessun altro regista, nessuno scrittore e nessun uomo politico poteva godere di simili attenzioni al di fuori dei confini del suo Paese. E per arrivare a questo punto i telefilm avevano contato molto.

Questo episodio viene narrato in Brividi sul divano. I telefilm di Alfred Hitchcock, breve saggio edito da Marietti 1820 e scritto da Beatrice Balsamo e Giorgio Simonelli, che racconta in maniera sintetica e dettagliata la proficua e intensa relazione che il regista inglese ebbe con il mezzo televisivo. Incontro che ha rappresentato un’evoluzione e una rivoluzione per l’industria internazionale dell’audiovisivo e soprattutto per l’immaginario collettivo mondiale e che ha dato vita a ben 440 telefilm che hanno influito sulla seconda metà dello scorso secolo e che si possono suddividere in tre parti.

La prima serie, intitolata Alfred Hitchcock Presents, con la supervisione di Hitchcock e dei suoi collaboratori, comprende 268 puntate andate in onda sulle reti televisive americane per sette stagioni dal 1955 al 1961. Sono questi i celebri episodi in bianco e nero, della durata di 23 minuti ciascuno. Dal 1962 inizia una seconda serie intitolata Alfred Hitchcock Hour che presenta un’evidente novità nel formato: non più 23 ma 58 minuti. La serie dura tre stagioni, fino al 1964, per un totale di 92 episodi. A questi bisogna infine aggiungere gli 80 episodi realizzati e messi in onda tra il 1985 e il 1989. In questa terza serie vengono ripresi il titolo originale, Alfred Hitchcock Presents, e la durata di 23 minuti. Ma ovviamente si tratta di una imitazione: Hitchcock era morto nel 1980.

In realtà di tutti gli episodi solo venti portano la firma alla regia di sir Alfred, ma «non si può negare agli altri una paternità hitchcockiana, rivelata da una chiara continuità tematica e stilistica». Oltre ai telefilm in sé, a conquistare l’immortalità e rimanere impressa nella memoria, anche di quella dei posteri, è la presenza in carne ed ossa del regista che introduce ogni telefilm, accompagnato dalla celebre Marcia funebre per una marionetta, tema che colpì Hitchcock durante la proiezione di Aurora, film muto del 1927 di Murnau e che decise di utilizzare come sigla per tutta la serie. L’immagine del suo profilo stilizzato che compare nella sigla, il prologo e il commento finale fissano infatti il suo nome e il suo aspetto nell’immaginario di un vastissimo pubblico. «Che il regista fosse una persona nota, celebre, era un fatto evidente anche prima». Come osserva John Russell Taylor nella sua ricca biografia Hitch, il suo nome era il solo, insieme con quello di Cecil B. De Mille che, nella promozione di un film, avesse più appeal degli stessi divi che lo interpretavano. Le famose "comparse" all’interno dei suoi film, un vezzo che risaliva agli anni Trenta, avevano contribuito non poco a rafforzare la sua identità. Ma con i telefilm il fenomeno ebbe un’esplosione. E non solo negli Stati Uniti, a partire da quando i telefilm furono acquisiti e programmati dalle tv di tutto il mondo. È quello che fa dire a Taylor nel bellissimo incipit della sua biografia: «Due fatti sono ovvi: tutti conoscono Alfred Hitchcock e nessuno lo conosce».

Così, dopo aver passato in rassegna tutti gli episodi girati dal regista inglese, inquadrandoli sia nel percorso storico e produttivo dell’autore sia nel panorama internazionale, gli autori di Brividi sul divano si soffermano nel terzo e ultimo capitolo del libro sull’impatto e sull’accoglienza che tali stagioni hanno avuto in Italia dopo che la sera del 17 gennaio 1959 la Rai manda in onda per la prima volta un episodio della serie Alfred Hitchcock Presents. Una data che segnerà la storia della televisione italiana e che «non si può non osservare come coincida con l’inizio della lunga storia del giallo-poliziesco italiano, destinato ad arricchirsi di personaggi popolarissimi (Sheridan, Maigret, Wolfe, Montalbano), di prodotti di altissima qualità, di successi nazionali e internazionali».

In tempi in cui le serie televisive sono sempre più predominanti nel mercato dell’audiovisivo, leggere un libro come Brividi sul divano ci ricorda quali sono le nostre radici culturali e soprattutto svela ancora una volta l’eterno ritorno di temi e modalità narrative che ancora oggi aiutano a comprendere meglio qualcosa che riguarda tutti noi.


Autore: Beatrice Balsamo, Giorgio Simonelli
Titolo: Brividi sul divano. I telefilm di Alfred Hitchcock
Editore: Marietti 1820
Dati: 120 pp., brossurato
Anno: 2019
Prezzo: 10,00 €
Isbn: 9788821111082
webinfo: [Scheda libro sul sito > https://www.mariettieditore.it/9788...]


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