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Cannes 2004 - Daremo Shiranai

Pubblicato il 11 maggio 2004 da Giovanni Spagnoletti


Cannes 2004 - Daremo Shiranai

Autore tra i più significativi della nuova onda giapponese, Kore-Eda Hirokazu si era fatto notare internazionalmente proprio qui in Concorso a Cannes nel 2001 con la sua opera terza Distance. Ed è tornato vittorioso a distanza di tre anni con questo Daremo shiranai che conferma in pieno le doti di fine ed ispirato metteur en scéne. Regista, come è stato scritto, posseduto da una profonda fascinazione per l’essenza della memoria, filosofo analista del rapporto passato-presente (e di quello correlato: vita-morte), Kore-Eda costruisce tutti i suoi film nello spazio antinomico tra due poli contrapposti. In quest’ultima occasione, più che lo iato tra presente e passato al centro della sua precedente filmografia, quello che gli interessa è raccontare con curiosità documentaria la parabola di un gruppo di 4 fratellini e sorelline lasciati a se stessi, in una no man’s land tra sogno e realtà, in una sorta di realismo magico che pur non trascurando l’impianto verista o il dettaglio (infatti è tratto da un fatto di cronaca, avvenuto nel 1988) ci costringe sempre, però, a arrivare ad un piano più alto di astrazione. È curioso notare come la storia narrata dal filmmaker di Tokyo assomigli molto all’opera-prima della giovane e talentuosa attrice francese Isild le Besco, Demi-tarif: gli eventi di un gruppo di giovanissimi adolescenti che, abbandonati dalla madre, si costruiscono una propria vita indipendente al di fuori, se non contro, l’ambiente che li circonda - insomma una sorta di esperimento di sopravvivenza autarchica che vuole ignorare ed essere un atto di accusa alle strutture burocratiche e alla falsa pietà istituzionale della nostra società. Se l’anelito libertario e lo spirito polemico truffautiano è comune a questi due film nati quasi contemporaneamente in due distinte e lontane parti del mondo, diverso è però lo stile che le governa. Mentre l’opera della le Besco si traduce in un racconto autobiografico soggettivo (con tanto di voce over che ci guida negli avvenimenti) sul modello di tanto cinema diaristico femminile e in uno stile “sporco e militante” tipico del digitale ultraleggero, Daremo shiranai segue, in uno splendido 35 mm, un punto di vista oggettivo e un ductus narrativo più solenne e lineare, debitore della migliore tradizionale del suo paese. Girato e strutturato secondo i colori e le caratteristiche delle quattro stagioni dell’anno - dall’autunno all’estate dell’anno successivo - il film di Kore-Eda si segnala soprattutto per la qualità della sua messa in scena, attenta e commossa. Che qua e là Daremo shiranai possa avere della cadute (il lento ed avvolgente ritmo cinematografico giapponese che agli occidentali malati di ipercinesi clipparola risulta sempre indigesto!); che probabilmente sia entrato nel Palmares di Cannes per il rotto della cuffia e cioè tramite il premio quale migliore interprete al quattordicenne Yagira Yuya (bravo certo, ma la decisione appare comunque bizzarra), nulla toglie ad uno dei film migliori visti in questo Concorso 2004.

[maggio 2004]


CAST & CREDITS

(Nobody Knows) regia: Kore-Eda Hirokazu sceneggiatura: Kore-Eda Hirokazu fotografia: Yamasaki Yutaka montaggio: Kore-Eda Hirokazu musica: Gontiti interpreti: Yagira Yuya, Kitaura Ayu, Rimura Hiei, Shimizu Momoko, Hanae Kan produzione: Bandai Visual, Cine Qua Non, Engine Film, Tv Man Union, c-style origine: Giappone 2004 durata: 141’

Palma per la migliore interpretazione maschile a Yagira Yuya


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