Cannes 2009: il Palmarès

A prescindere dal problema del possibile conflitto di interessi con Isabelle Huppert, la presidentessa della Giuria e protagonista a suo tempo de La pianista, non c’è nulla da dire. Ineccepibile la vittoria di Michael Haneke: il suo film è stato senza dubbio il più bello e convincente visto sulla Croisette. Rigoroso, potente, intriso di cattiveria, visivamente avvolto da uno straordinario bianco e nero, Das weisse Band consegna finalmente la Palma d’Oro al regista austriaco, che fino ad oggi l’aveva sfiorata diverse volte senza mai portarsela a casa (appunto con La Pianista, Gran premio della Giuria e migliore interpretazione femminile nel Concorso cannense del 2001).
Eppure la 62° edizione del Festival di Cannes si chiude con tante sorprese e poche certezze. In un certo senso anche il premio ad Haneke non era del tutto scontato. I pronostici (e le classiche indiscrezioni, poi come sempre smentite) davano Un prophète di Jacques Audiard in pole position e, a seguire, scalpitante, Xavier Giannoli con il suo A l’origine che, presentato negli ultimi giorni della manifestazione, aveva ottenuto ottime critiche e consenso quasi unanime. Alla fine, però, quest’ultimo ha lasciato la Costa Azzurra a mani vuote ed Audiard si è dovuto “accontentare” del Grand Prix. Anche Vincere sembrava nella rosa dei papabili vincitori, ma purtroppo né Bellocchio né i bravissimi Timi e Mezzogiorno sono riusciti ad entrare nel Palmarès finale.
Ma le vere sorprese sono ben altre: prima che Isabelle Huppert ed i suoi “compagni di lavoro” annunciassero il Grand Prix e la Palma d’Oro, in molti sicuramente si saranno chiesti quale fosse stato il metro di giudizio. Escludendo i due premi principali, le scelte della giuria denotano un deciso intento di andare in controtendenza, di spiazzare, di non considerare minimamente i gusti del pubblico. Giusto scartare Los Abrazos Rotos di Pedro Almodòvar e Vengeance di Johnnie To (da alcuni molto amati), e comprensibile anche l’esclusione di Jane Campion e di Tsai Ming-Liang (troppo classico il film della regista australiana, troppo personale e difficile l’omaggio a Truffaut dell’artista taiwanese), ma risultano alquanto bizzarri i riconoscimenti per la sceneggiatura a Spring Fever di Lou Ye e per la regia a Kinatay di Brillante Mendoza – soprattutto il primo, tra i contributi meno apprezzati ed applauditi del Concorso. Mendoza è sicuramente un autore eccezionale che, tra sesso e violenza, offre un innovativo sguardo sul mondo, e Lou Ye ha di certo realizzato un film esteticamente ricercato, ma fa strano vedere nel Palmarès i loro nomi piuttosto che quelli di Ken Loach (Looking for Eric è una commedia preziosa per fine umorismo ed eleganza), di Elia Suleiman (commovente il suo ritratto del popolo palestinese in The Time that Remains) di Xavier Giannoli.
Per quanto riguarda le migliori interpretazioni, era lecito aspettarsi delle scelte differenti: i premi a Charlotte Gainsburg (AntiChrist) e Christoph Waltz (Inglorious Basterds), che hanno comunque offerto performance eccellenti – lei splendida nel rappresentare il crescente dolore del suo personaggio, lui sopra le righe nel dar vita ad un grottesco e caricaturale comandante nazista -, costituiscono più che altro dei riconoscimenti consolatori ai film di due grandissimi registi (von Trier e Tarantino), in questa occasione non nel pieno della loro forma.
Anche Park Chan-Wook con Thirst ha realizzato un film lontano dai livelli del passato, eppure ha ottenuto, abbastanza inspiegabilmente, il Premio Speciale della Giuria. Fortunatamente a mettere in secondo piano questa assurda decisione è l’ex-aequo con Fish Tank, opera che conferma il talento e la finezza della regista inglese Andrea Arnold.
Nel complesso, però, non è stato il verdetto finale della giuria a deludere maggiormente. La prima e più grande delusione viene proprio dai film stessi. Se sulla carta Cannes 2009 offriva un programma esplosivo, con la presenza di molti dei più migliori registi contemporanei, alla fine, a parte alcuni casi, non ha rispettato le aspettative: quasi tutti i “grandi” hanno tradito e spesso siamo entrati in sala con tante speranze e ne siamo usciti pronti ad esprimere commenti negativi.
Bisogna comunque sottolineare che il patron Gilles Jacob anche in questa edizione ha dato conferma della bravura nel confezionare il suo Festival con scandali, eventi, sorprese, innovazioni, star (un po’ poche, però, a sentire gli albergatori della zona). Per cui, anche se i film ed il Palmarès finale hanno convinto solo in parte, lasciamo con nostalgia la Croisette e già ci proiettiamo nel futuro in attesa di Cannes 2010.
TUTTI I PREMI:
Palma d’oro DAS WEISSE BAND (The White Ribbon) directed by Michael HANEKE
Grand Prix UN PROPHÈTE (A Prophet) directed by Jacques AUDIARD
Lifetime achievement award for his work and his exceptional contribution to the history of cinema Alain RESNAIS
Miglior regia Brillante MENDOZA for KINATAY
Premio della Giuria FISH TANK directed by Andrea ARNOLD BAK-JWI (Thirst) directed by PARK Chan-Wook
Miglior Attore Christoph WALTZ in INGLOURIOUS BASTERDS directed by Quentin TARANTINO
Miglior Attrice Charlotte GAINSBOURG in ANTICHRIST directed by Lars von TRIER
Miglior Sceneggiatura MEI Feng for CHUN FENG CHEN ZUI DE YE WAN (Spring Fever) directed by LOU Ye
Prix Vulcain: Artist-Technician Aitor BERENGUER, sound technician of the movie MAP OF THE SOUNDS OF TOKYO directed by Isabel COIXET.
Cortometraggi
Palme d’Or ARENA directed by João SALAVIZA
Special Distinction THE SIX DOLLAR FIFTY MAN directed by Mark ALBISTON, Louis SUTHERLAND
CAMERA D’OR SAMSON AND DELILAH directed by Warwick THORNTON (presented at Un Certain Regard)
Caméra d’Or – Special Distinction AJAMI directed by Scandar COPTI, Yaron SHANI (presented at Quinzaine des Réalisateurs)
UN CERTAIN REGARD
Prix Un Certain Regard - Fondation Gan pour le Cinéma
KYNODONTAS (Dogtooth) by Yorgos LANTHIMOS
Premio della Giuria POLITIST, ADJECTIV (Police, Adjective) by Corneliu PORUMBOIU.
Special Prize Un Certain Regard 2009 KASI AZ GORBEHAYE IRANI KHABAR NADAREH (No One Knows About Persian Cats) by Bahman GHOBADI LE PÈRE DE MES ENFANTS (Father of My Children) by Mia HANSEN-LØVE
SEMAINE INTERNATIONALE DE LA CRITIQUE
GRAN PREMIO
Nassim Amaouche per ADIEU GARY
PREMIO SACD
Caroline Strubbe per LOST PERSONS AREA
PREMIO ACID/CCAS
Shahram Alidi per SIRTA LA GAL BA
PREMIO OFAJ DELLA GIURIA GIOVANE
Shahram Alidi per SIRTA LA GAL BA
QUINZAINE DES REALIZATEURS
ART CINEMA AWARD
Xavier Dolan-Tadros per J’AI TUE’ MA MERE
MENZIONE SPECIALE
Felix Van Groeningen per LA MERTITUDE DES CHOSES
PREMIO SACD
Xavier Dolan-Tadros per J’AI TUE’ MA MERE
REGARDS JEUNES
Xavier Dolan-Tadros per J’AI TUE’ MA MERE
