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Cannes 2015 - The Measure of a Man - Concorso

Pubblicato il 18 maggio 2015 da Giovanni Spagnoletti

VOTO:

Cannes 2015 - The Measure of a Man - Concorso

Già l’anno scorso in concorso a Cannes i fratelli Dardenne avevano esplorato, con Due giorni, una notte, le umilianti e disumane condizioni del lavoro nel mondo contemporaneo. In quel film, la protagonista interpretata da Marion Cotillard doveva salvare il proprio posto di lavoro, mentre in The Measure of a Man di Stephane Brizè, anch’esso in concorso a Cannes, il protagonista Thierry è ormai ben oltre quella fase. Licenziato in seguito al ridimensionamento dell’azienda per cui lavorava, Thierry (Vincent Lindon, circondato da attori non professionisti) cerca disperatamente un lavoro qualsiasi che gli permetta di finire di pagare il mutuo, pagare gli studi e l’assistenza del figlio disabile e far quadrare i conti.
L’agenzia interinale gli fa seguire dei corsi di formazione professionale del tutto inutili, i colloqui di lavoro sono avvilenti, la commercialista gli propone di vendere la casa frutto di anni di sacrifici per poter avere del denaro liquido. In una serie di lunghe e volutamente estenuanti sequenze con la macchina quasi del tutto ferma, Brizè testimonia l’inferno di un uomo qualunque mentre deve sottostare ad ogni sorta di umiliazione da parte di potenziali datori di lavoro, dell’insegnante del figlio, degli aspiranti acquirenti della sua casa. La sua passività è dettata dal bisogno di non alzare mai la testa per non compromettere le sue magre possibilità, ma nasconde a malapena l’irrequietezza di chi si è spogliato della sua dignità per necessità. Thierry, ci dice The Measure of a Man, si muove in un vuoto totale di solidarietà ed empatia umana, in cui i forti predano i deboli e questi ultimi stanno al gioco, cercando di calpestarsi a vicenda, per non affondare. Senza solidarietà di classe nè un sistema che lo tuteli, il protagonista viene infine assunto come guardia in un centro commerciale, dove gli è richiesto di sorvegliare e punire, spesso chi sta peggio di lui. Ed è qui che, come vuole il titolo, si misura un uomo - a cui fa da contrappunto quello originale La loi du marché, la legge del mercato - fino a che punto Thierry accetterà di compromettere la sua umanità ed il suo orgoglio di essere umano? Come già in Due giorni, una notte, ogni spiraglio di speranza è affidato all’iniziativa individuale - Thierry ha ormai rinunciato a rivalersi contro coloro che l’hanno licenziato - alla scelta personale di non scendere oltre un livello da cui non c’è, probabilmente, ritorno. Una storia politica di cui a volte si avverte un po’ troppo la programmaticità, specie nell’aver circondato il protagonista di soli mediocri e perfette incarnazioni della banalità del male. Nel complesso, però, The Measure of a Man ci pone domande su noi stessi stringenti e crudeli, a cui vorremmo sottrarci ma da cui nessuno può dirsi immune.


CAST & CREDITS

(La loi du marché) Regia: Stéphane Brizé ; sceneggiatura: Stéphane Brizé, Oliver Gorce; fotografia: Éric Dumont; montaggio: Anne Klotz; scenografia: Valerie Saradjan; interpreti: Vincent Lindon; produzione: Arte France Cinema, Nord-Ouest Productions ; origine: Francia; durata: 93’.


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