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Capricci del destino

Pubblicato il 1 giugno 2015 da Giuseppe Giulio


Capricci del destino

Capricci del Destino, l’ultima opera pubblicata in vita dalla scrittrice anglosassone Karen Blixen, contiene cinque fra i suoi racconti più esemplari. Storie che si ambientano nei luoghi più disparati del pianeta e tuttavia parallele, in quanto si focalizzano sul tema del contrasto, tra immaginazione e realtà, tra le fantasie antropiche e le convenzioni dell’agire quotidiano.

Tra gli straordinari personaggi dei racconti, ricordiamo la figura femminile ed artistica al centro del pranzo più sublime, fantatsioso e speziato mai visto, nel mondo della narrativa di metà novecento, protagonista del racconto dal titolo “Il Pranzo di Babette”. La cuoca, francese, che al crollo dei suoi ideali rivoluzionari e dopo un pezzo passato tra i mestoli e le pietanze del Café Anglais, è costretta a sacrificare tutto e a vivere esule (Lei, la grande artista) e con un biglietto della lotteria, come unico capriccio del suo destino.

Una donna che si mescola al sacrificio, per tutto e per tutti, immedesimendandosi, come descritto nella rappresentazione cinematorgrafica del 1987 e diretta da Gabriel Axel, vincitore di un Oscar nel 1988, in un manto grigio topo, una briciola di rossetto e di un cestello di vimini, intorpidito e umido, come la nebbia norvegese che avvolge la casa, delle due sorelle Filippa e Martina. Ma il potere visionario e angelico della protagonista, che in sole poche pagine, cresce umanamente perdendosi nel sugo di tartaruga e un bicchiere di Veuve Cliquot 1860, mentre il lettrore paradossalmente e orgogliosamente, ripercorre la gloria e la miseria della quotidianità.

Eppure non è la fine pronuncia Filippa, alla fine del paragrafo che chiude la storia, per ogni artista non e mai la fine, non c’è negazione e ne affermazione, nella scrittura di questa breve storia, che a molti ricorda la magia surreale delle scrittici inglesi vittoriane, di certo è una storia in cui si evince la grandezza dell’umiltà, di un vero e proprio artsita.

L’autrice appartiene a quella particolarissima sfera in cui l’arte, la scrittura si mescolano, diventano inverosimilmente reali, forse più della realtà stessa. Le fasi della sua drammatica esistenza e della sua produzione letteraria e narrativa sono magistralmente, incise nelle parole di questo piccolo capolavoro, che a distanza di anni, incanta e rende capricciso il destino, beffardo, dell’artista.


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