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Cara, ti amo

Pubblicato il 9 ottobre 2011 da Edoardo Zaccagnini


Cara, ti amo

Pochi soldi, anzi pochissimi, e parecchie buone idee. Attenzione al presente più di quanta ce ne sia nelle tante commedie, più o meno giovanilistiche, che si atteggiano a indagare l’oggi dei rapporti sentimentali, imponendo i volti dei soliti noti e giocando furbo con musica ed esterni suggestivi. Riproponendo, alla fine dei giochi, spazi e contenuti piuttosto simili gli uni agli altri, per degli scatti fotografici mai particolarmente interessanti. Qui pure, dentro Cara, ti amo, c’è una danza giocosa di stereotipi, ma c’è un rapporto con questi più originale, lievemente più autoriale, più ficcante, a tratti parecchio divertente, forse perchè realizzato con penna più libera, meno calcolatrice e un pizzico più audace. Un’analisi dello stereotipo, un insieme di appunti sul reale ascoltati nel tempo, riportati con apprezzabile fluidità e freschezza. Può darsi che il film sia reso più simpatico dal fatto di essere povero, ma si avverte una parodia divertente e leggera, non stupida, dell’oggi relazionale. C’è un’osservazione che arriva pizzico più sotto e ci sono un numero soddisfacente di dialoghi validi. C’è un rapporto dell’azione con lo spazio studiato più in funzione del contenuto che sulle aspettative del pubblico pigro. Certo, il budget deve aver imposto uno stile sobrio e l’uso delle stesse location per scene diverse, questo è indubbio, ma l’autore, l’esordiente Gian Paolo Vallati, è stato bravo a trasformare la ristrettezza in risorsa. Quasi tutto avviene al chiuso, in spazi che si ripetono sempre uguali, come acquari che fanno tornare alla mente il primo Moretti, e che parlano di vite sospese ed orbitanti intorno al culto della gnocca, circondata però dalla donna, bersaglio dichiarato del film ma soprattutto strumento per raccontare, misuratamente caricato, certo quarantennismo maschile odierno, borghese, urbano, avvolto in relazioni complicate con l’altro sesso. Ma più in generale Cara, ti amo è una commedia sugli amori liquidi o sui surrogati di questi che alimentano il cammino indeciso e a testa bassa di persone, maschi e femmine, prive di ideologie o di grandi ideali, confuse dalle mille possibilità che questa società promette, impaurite dalle responsabilità e dalla vita che invece corre e se ne frega delle nostre grandi aspettative. Quelle del film, senza voler far diventare il film più grosso e pesante di quello che è, sono persone che spendono un mucchio di parole inutili e sbagliate sull’amore, perchè l’amore è roba grossa, faticosa, che ci vogliono due palle così per portarlo avanti, e avercele è una faticaccia inutile, un sacrificio non necessario, meglio trovare scuse e sentirsi slegati e insoddisfatti, sempre aperti al fascino del nuovo, alle prese con mille pensieri che danno apparentemente più infelicità che gioia, ma che garantiscono l’immunità da un tuffo nella maturità che potrebbe rendere prigionieri di una scelta sbagliata e irreversibile. Cara, ti amo non ha clip, urla e corse, canzoni, campi lunghi e dolly. Si muove lentamente e in modo lineare, è un fiume di parole pronunciate da bocche e occhi non notissimi ma già visti da qualche parte, tra fiction e altri film. A parte Gianmarco Tognazzi, che appare in un brevissimo cammeo, e Angelo Orlando, comico e regista di una certa fama, gli altri non sono nomi da copertina, ma hanno tutti esperienze matutate in altri ciak e si danno da fare cavandosela bene, dando anche l’impressione di divertirsi loro stessi, nella produzione di un film che non si prende troppo sul serio ma che quando finisce ha mostrato più di un pregio e che diverte raccontando tic e nevrosi di maschietti e femminucce. Per vedere Cara, ti amo bisogna andare in Zona Pigneto a Roma, al cinema Aquila, spazio sempre disponibile alle cose piccole che meritano visibilità.

Ottobre 2011


Regia: Gian Paolo Vallati; Sceneggiatura: Francesco Alibrandi, Gian Paolo Vallati;Fotografia: Raoul Torresi; Montaggio: Andrea D’Emilio; Interpreti: Massimiliano Franciosa, Angelo Orlando, Alessandro Procoli, Luciano Scarpa, Orazio Sciaccarino, Gianmarco Tognazzi, Emma Nitti, Sara Ricci, Nina Torresi, Produzione: Giorgio Voyatzakis e Gian Paolo Vallati per Axel Film,


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