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CD - Laiv al Materia Off

Pubblicato il 13 aprile 2010 da Alessandro Izzi


CD - Laiv al Materia Off

Pupi Avati filmerebbe un disco così coi colori terragni delle sue opere emiliane, con la fotografia alonata dalla nostalgia di un tempo che fu e coi suoi attori in abiti desueti che si incontrano, si amano, si lasciano cicalando di politica e di meteorologia con leggerezza e poca enfasi: storia di ragazzi e ragazze!
Marco Sforza è emiliano. Dalla sua regione si porta appresso una convivialità semplice, da grande tavolata e tanti commensali. Ci indovini l’odore dei tortelli nel brodo di carne e il gusto d’un Lambrusco frizzante, mai troppo amabile.
Quando canta un po’ ti gioca con la voce in cerca di melodie, un po’ strizza l’occhio al suo pubblico con guizzi di comico. Cerca la complicità di chi lo ascolta, ma ama l’effetto teatrale, la battuta sagace, il gesto che susciti il riso e la simpatia.
Tutto questo nel disco lo puoi solo indovinare a grandi linee. Lo capisci quando scoppia fragorosa una risata e non ti è dato di sapere il motivo di tanta ilarità. Lo intuisci quando uno strumento gioca coi suoi suoni come a riacchiappare l’attenzione di qualcuno che s’è distratto un momento con la morosa che gli sta seduta a fianco.
Queste manne dei concerti dal vivo sono l’orrore di chi registra il suono. Perché non è facile capire dove andare a tagliare e dove lasciar correre, dove ripulire in post produzione e quali suoni esaltare. Lo spettacolo non è solo sul palco, ma nel tutto che vi prende parte. Lo trovi nel pubblico che risponde alle provocazioni del cantante, come pure nel cane che abbaia in lontananza e che, per un momento ti diventa parte dello show. Un concerto di una sera è un insieme di canzoni, ma lo spettacolo respira anche tra l’una e l’altra, nelle pause e nelle accordature, nei momenti di riposo e nell’esitazione di chi sta per attaccare un altro brano. Tutte cose che entrano appena in un disco e suonano come disturbi agli amanti della registrazione in studio.
Laiv al Materia Off, quando lo metti nel lettore e premi play, ti lascia un po’ intontito nella ricerca di quello spettacolo tra le canzoni che è rimasto solo in traccia, tra rumori incerti che il microfono ha colto fino ad un certo punto. E ti lascia col rimpianto di non esserci stato a quel concerto che certo era bello ancorché imperfetto.
Della musica, quando la ascolti con un po’ di attenzione, ti colpisce il suo essere nell’ambiente, parte di una conversazione garbata tra il solista ed il suo pubblico. Lo senti che la voce stabilisce un dialogo, si crea il suo spazio d’ascolto con la gentilezza del testo e le note della musica. Ti colpisce la sua aura nostalgica che cerca la poesia dei grandi cantautori in brani che non strepitano e non gridano, ma hanno la sapienza ispida di una ballata che usa una voce sola per esprimere le idee di un coro.
Un po’ Jannacci, un po’ Vecchioni, Sforza gioca al cantautore d’un tempo, di quelli che gli bastano due arpeggi di chitarra e un tocco di blue per schiuderti un mondo di pensiero. Ti parla dell’oggi con una certa immediatezza, cercando il dettaglio acuminato che è un po’ politico senza farsi militante. Ne Il capostazione mostra tratti ruvidi, non solo nell’intonazione, ma nel modo di porgere e descrivere. In 46 di scarpe si fa infinitamente triste, scivolando nel buio di un silenzio invocato. In Jingle Beels sfodera ironia marcata e ricca di sfumature.
Tutto fila liscio in un disco che qua e là emoziona, ma ti lascia incerto. Quello che hai davanti è un esordio e, come tutti gli esordi, si porta dentro una promessa ed un ricordo. Il ricordo sta nelle radici e nelle fonti cui pagare il dovuto tributo, nella tradizione in cui riconoscersi e nel genere cui adeguarsi. La promessa sta nella capacità di dire cose nuove e schiudere inediti universi poetici. Sta all’opera seconda dire quanto il ricordo riesca a non scivolare nella maniera e la promessa nella sterile ricerca.


Autore: Marco Sforza ed il Trio Separè
Titolo: Laiv al Matera Off
Webinfo: Sito

Tracklist: 1) Piccola Martina 2) La generalista 3) L’indifferenza 4) Il capostazione 5) I conti correnti 6) Fermare il tempo 7) Mi dai un la... 8) Questa povera neve 9) Jingle beels 10) Il musicista 11) Il verme 12) Un discorso serio... 13) 46 di scarpe


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