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Chissà se Brecht avesse conosciuto Iron Man

Pubblicato il 28 aprile 2019 da Nicola Calocero


Chissà se Brecht avesse conosciuto Iron Man

Attenzione contiene SPOILER

Triste è il popolo che ha bisogno di eroi. La celebre sentenza del sommo Bertolt Brecht che ha segnato come una sorta di chiave di lettura gli anni più difficili della Guerra Fredda del secolo scorso oggi, all’indomani della prima di un film che comunque resterà epocale e che vede l’uscita di scena dell’eroe cinematografico più carismatico di questi nostri complicati anni, pare quasi rimbombare come un paradosso.

La morte di Iron Man è la prima vera morte global del cinema del nuovo millennio. Perché il personaggio reso universale dalla più importante prova d’attore di Robert Downey Jr. -caratterizzazione su cui ha rifondato la sua carriera- rimane veramente la figura più forte che l’immaginario cinematografico ha saputo regalarci nell’epoca dei social e del nuovo villaggio globale.

In poco più di un decennio attraverso due dozzine di film più o meno riusciti l’Universo Marvel nelle sue trasposizioni è stata la più importante “fabbrica di miti” della nostra contemporaneità. Non possiamo non riconoscere questo merito a chi ha saputo costruire nuovi modelli di racconto e di rappresentazione pop capaci di interpretare un’epoca complicatissima e difficile come la nostra.

L’Universo Marvel, con il suo Olimpo, ha saputo esorcizzarci dalle paure profonde in cui tutti noi ci siamo dovuti confrontare quotidianamente. Un mondo che ci ha reso in meno di una generazione più fragili ed insicuri e che ha costretto tutti quanti noi – per sopravvivere - ad indossare una corazza. Come Iron Man, appunto.

Tony Stark è un uomo senza super poteri, un ricco borghese figlio d’arte baciato dalla fortuna di essere cresciuto in un ambiente stimolante e protetto come molti rampolli eredi di fortune milionarie.

Cosa ha reso Tony Stark un super-eroe unIversale come Iron Man? Le sue scelte.

Tony Stark-Iron Man come Ulisse ha sempre cercato di spingere oltre i propri limiti la sua intelligenza e ha sempre sfruttato al massimo come mezzo l’enorme patrimonio di famiglia, perché da positivista ha sempre avuto l’ambizione di salvare il mondo che ci circonda.

In un’epoca in cui la tecnologia ci ha ipnotizzato e invasato creandoci anche dei nuovi modelli di vita sociale indubbiamente più poveri il nostro paladino Iron Man ha sempre tracciato il profilo di un pioniere delle nuove possibilità tecnologiche. Convinto che il mondo debba offrire a tutti democraticamente le stesse opportunità proprio con la diffusione capillare dei ritrovati di una nuova rivoluzione scientifica che lo vede pellicola dopo pellicola sempre generoso Prometeo dei nostri giorni.

Basterebbe questo per renderlo straordinariamente moderno, ma i suoi tratti di eroe simbolo dei nostri tempi non si limitano a questa profonda sensibilità. Il personaggio di Stark attira grande simpatia immediata perché rimane comunque sempre più legato alla sfera dionisiaca che non a quella apollinea, come una lettura tradizionale sembrerebbe imporre. E non dimentichiamo mai quanto Tony Stark riscuota un grande fascino anche nel pubblico femminile che pur non amando questo genere di pellicole apprezza nel personaggio quel lato romantico che lo vede sempre fedele e sincero nell’esprimere l’amore incondizionato verso la sua compagna.

Siamo nel mondo che si sta trascinando da anni una delle più lunghe crisi economiche del modello capitalista. Ma da buon imprenditore Stark è riuscito a fare degli Avengers una vera e propria azienda. E pur non essendo a differenza dei suoi soci una divinità, un supereroe, una cavia da laboratorio o un extraterrestre si presenta sempre in scena come il primus inter pares.

In questi anni abbiamo visto tre Spider Man, altrettanti Hulk, un paio di Superman e alcuni Batman ma siamo certi che nessuno potrà riportare sullo schermo il personaggio di Iron Man come è riuscito a Robert Downey Jr. in questa serie Marvel.
Pensiamo all’ultimo film della serie di Spider Man di un paio di estati fa. Ogni volta che il mentore Tony Stark incontrava lo stagista Peter rubava sempre la scena al protagonista della pellicola.

In questo definitivo film della serie Avengers il nostro Iron Man vuole riportarci all’età dell’oro, all’epoca prima di Thanos. Un’altra figura titanica estremamente moderna nella scientifica volontà di annullare la metà esatta della nostra umanità.
Ma l’uomo non può dominare il Tempo e nel momento in cui sfiderà il destino e batterà nella sua partita a scacchi la Morte si compirà ineluttabile e fatale la sua fine.

Le ultime considerazioni sono sulla struggente sequenza del funerale dell’eroe. Chi ha un minimo di confidenza col mondo Marvel non può non vederci il funerale di Stan Lee a cui partecipano molti dei personaggi più fortunati della sua mitologia.

Tony Stark ci lascia con una profonda lezione. Ognuno di noi deve provare a crescere per diventare una sorta di Iron Man. Tutti per lo meno ci possiamo provare. Grazie al coraggio di saper affrontare le scelte più ambiziose e spingendo sempre al massimo la nostra intelligenza e la nostra cultura. Senza dimenticarci comunque di dover indossare una solida corazza per lasciarci proteggere ma non perdendo mai il solare entusiasmo di chi vuole cambiare il mondo partendo dalla sfida più dura: migliorare noi stessi come una sorta di doverosa ambiziosa responsabilità sociale. Fatti non foste a viver come bruti.


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