X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Come una Crisalide

Pubblicato il 15 ottobre 2011 da Edoardo Zaccagnini


Come una Crisalide

Un esperimento a bassissimo costo fa sentire meno solo lo sparuto gruppo di piccoli horror italiani recenti. Ne abbiamo incontrati una manciata, tempo fa, nel nostro seguire le tracce selvatiche e nascoste dell’indipendentissimo e avventuroso cinema nazionale: Padiglione 22, In the market, al di là del molto più professionale e valido Shadow, di Federico Zampaglione. Adesso ne scopriamo un ultimo, che come gli altri suoi omologhi è meglio girato e montato che scritto, seppur offra una squadra d’attori tutt’altro che fantastici. Forse, viene da pensare guardando quest’ultimo esempio, le nuove generazioni sono più abituate a guardare immagini che a leggere parole, o forse è solo che scrivere belle storie per il cinema è sempre più difficile che gestire le potenzialità della macchina da presa.

Si intitola Come una crisalide, è truculento e fittissimo di citazioni, quasi sperimentale per questo, nel suo omaggiare padri illustri. C’è un’infinità d’Argento, vedi anche la presenza di Simonetti e dei Daemonia, tanto che il film può essere letto come un’opera omaggio al grande autore romano. Ma c’è anche un pizzico di saw, ed un riferimento piuttosto evidente ad Un gatto nel cervello, di Lucio Fulci. Guarda caso alla sceneggiatura di Come una crisalide ha collaborato Antonio Tentori, che proprio del film di Fulci (1990) era stato sceneggiatore.

Dirige Luigi Pastore, classe ’74, qui all’esordio nel lungo, ed amico e collaboratore di Argento in passato. Domina la scena un assassino che parla con voce off in prima persona, mentre squarta anime come fossero bruscolini, senza che noi riusciamo a scorgere mai il suo volto. Per il resto, allo spettatore viene mostrato tutto, ed è questo l’aspetto più interessante di un’opera che vanta effetti speciali da mattatoio, eseguiti con l’ausilio del mitico Sergio Stivaletti. Lo schermo si inonda spesso di rosso, e da questo punto di vista il film sazia abbondantemente la sete di sangue degli appassionati del genere.

In breve la trama: la follia del "macellaio" sorge da una seduta psicanalitica, quando un’ignara e disperata terapeuta gli consiglia di cercare soluzione in una clinica specialistica. E’ la fine, l’inizio del delirio e il ritorno all’omicidio, visto che già anni prima, il pericoloso paziente aveva fatto fuori un suo primo amore. Cotto e squartato, la prima ad essere infilzata è proprio la psicanalista, per poi essere sostituita da una videocamera che raccoglie gli stati d’animo del ragazzo e la sua terribile condizione. Da lì è tutto un crescendo di follia ed orrore, fino ad un raggio di luce, fioco, isolato in mezzo a un mare di nuvole..

Pastore ha voglia, passione e tecnica. L’esperimento omaggio ha senso soprattutto se legato ad un esordio piccolissimo che può fungere da bliglietto da visita. C’è ancora tempo per crescere, anche se é Pastore non è prorpio uno sbarbatello. Noi siamo pronti ad aspettarlo.


Regia: Luigi Pastore; Sceneggiatura: Antonio Tentori e Luigi Pastore; Fotografia: Tiziano Pancotti; Interpreti: Federica Carpico, Riccardo Serventi Longhi, Anna Morosetti, Fabio Giovannini, Simona Oliverio, Sharon Alessandri, Nikol Brown, Philippe Guastella, Michela Foresta, Tony Cimarosa, Gianluca Testa, Lorena Strano, Francesco Pellegrini, il piccolo Matteo Pastore, Antonio Tentori e con l’amichevole partecipazione di Claudio Simonetti e i Daemonia; Produzione: Lupa film e Antonio Tentori


Enregistrer au format PDF