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Concorso internazionale - La fille de nulle part

Pubblicato il 9 agosto 2012 da Fabiana Proietti


Concorso internazionale - La fille de nulle part

Aleggia lo spirito di Eric Rohmer su questo piccolo, miracoloso film di Jean-Claude Brisseau, che vive di fantasmi del passato, rimpianti affettivi e memorie culturali attraverso il ritratto disarmante, nella sua sincerità, di questo vecchio professore di matematica e del suo incontro con una fanciulla che non viene da nessuna parte, (re)incarnazione di un desiderio affettivo e ideale estetico, angelo nero che guida l’uomo nela sua ultima tranche de vie.

Un’opera rohmeriana nell’uso del digitale - che aggiorna il super8 degli esordi di Brisseau - e che sembra ricalcare la stessa sperimentazione del mezzo portata avanti da Rohmer negli ultimi lavori, da La nobildonna e il duca a Gli amori di Astrea e Celadon, in un contrasto tra età anagrafica e curiosità vibrante per l’oggetto cinema che appartiene anche al protagonista di Brisseau, Michel, che aprendo la porta del suo raffinato appartamento parigino per soccorrere la giovane e sconosciuta Dora, si concede l’ultima avventura umana e conoscitiva della sua vita.

E rohmeriano La fille de nulle part lo è anche nell’uso intensivo del dialogo, della conversazione intellettuale portata in primo piano a dispetto di una messa in scena minimalista, non povera ma volutamente giocata in sottrazione, intimista, raccolta nello spazio chiuso di un appartamento, sufficiente a contenere - come la ricca biblio e videoteca di Michel - i ricordi reali e quelli non meno vividi dei riferimenti culturali, pittorici, cinematografici o romanzeschi descritti nel saggio di Michel, corrispettivo teorico di quel che nel film prende forma in via emotiva, attraverso il rapporto tra i due.

Piccolo pamphlet sull’illusione e la verità dei processi immaginifici, che osa anche in direzione del paranormale (senza per questo poter essere definito un thriller, come si è letto...), La fille de nulle part si impone però per il suo essere soprattutto un film totalmente emozionale, per il modo in cui Brisseau si rivela in tutta la sua umana debolezza di fronte a questa piccola camera digitale che sembra coglierne la stanchezza e la solitudine che lo accomunano alla giovane Dora. Un incontro di anime, nel segno romanzesco di Victor Hugo e della sua Léopoldine, sigillato dalla musica di Gustav Mahler.


CAST & CREDITS

Regia e sceneggiatura: Jean-Claude Brisseau; interpreti: Jean-Claude Brisseau, Virginie Legeay, Claude Morel; produzione: La Sorcière Rouge; origine: Francia, 2012; durata: 91’


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