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Concorso PNC: Aaltra

Pubblicato il 18 luglio 2004 da Edoardo Zaccagnini


Concorso PNC: Aaltra

Se un irriconoscibile e inatteso David Lynch, ci ha regalato il primo road-movie della storia del cinema su un tagliaerbe, nell’Iowa e il Wisconsin di qualche anno fa, di grano lentamente in campo lungo e colonna sonora da occhi lucidi, ecco due pazzi ubriaconi portarci in giro per l’Europa che funziona, almeno sulla carta, a cavallo di due sedie a rotelle. Surreale, come Una storia vera e lirica e romantica che sa di valeriana, di un anziano americano senza il gusto per l’orrido e il malsano. Più veloce di un su e giù poetico, e forse meno surreale perché da subito commedia, Aaltra é nerissima e dissacrante, tipica del Belgio francese, dicono. Ma prima ancora un classico, sospeso tra comico e tragico, costruito su gags di notevole forza, quasi mute, quasi autonome, per una risata improvvisa che sposta il ribrezzo e il decadente qualche istante più in là. Prima di un nuovo blocco, a macchina da presa ferma e un nuovo scoppio di riso in piazza, fragoroso, incontenibile ed amaro. E il comico funziona che é un amore. Poi c’é il cinema di una fotografia sgranata in bianco e nero, che si mescola all’ ironia graffiante, a ricordare involontariamente l’arte dei palermitani Ciprì e Maresco. Altra coppia di un ostacolato cinema nuovo. Personale nello stile e nella direzione, nei personaggi antirealistici e potenti. Come i Gus e Ben protagonisti di Aaltra, facce da cabaret di un progetto a basso costo, di idee e ritmo. Scritto bene e magnificamente improvvisato, esilarante e cinico. Soltanto dopo cinema sociale. Quando il costante tentativo di distruggere ogni compassione con un comportamento becero e amorale, normalizza la strana coppia restituendogli quel metaforico uso delle gambe che apre una porta/finestra sulla cultura belga. Che rimane aperta quando ti accorgi di una tenera poesia che quasi ti imbarazza, perchè sbocciata selvaticamente tra le gramigne di un umorismo nero. Ed è valore aggiunto all’ opera di questi sporchi e cattivi, che pazzi non sono e cineasti sì. E attori, bravi e scrittori di un’ opera genialoide e spiazzante. Amici del Kaurismaki a cui chiedono un cammeo, e dello stesso ammiratori. Il finale in Finlandia è un omaggio al suo cinema.

[luglio 2004]

Regia: Benoit Delépine e Gustave de Kervern sceneggiatura: Benoit Delépine e Gustave de Kervern fotografia: Hugues Poulain, montaggio: Anne-Laure Guégan, musica: Guillaume Le Braz, interpreti: Benoit Delépine, Gustave de Kervern, Aki Kaurismaki, Jean Bucquoy, produzione: La Parti Productions, 0F2B productions, origine: Francia Belgio, 2004


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