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32 Torino Film Festival (Conferenza stampa)

Pubblicato il 15 novembre 2014 da Fabiana Sargentini


32 Torino Film Festival (Conferenza stampa)

Con una conferenza stampa fiume, come sempre in queste occasioni, è stato presentato martedì mattina a Roma, nella ridente location della casa del cinema, il programma della 32esima edizione del torino film festival che avrà luogo dal 21 al 29 novembre. La direttrice Emanuela Martini, per la prima volta in veste unica e ufficiale dopo anni, con una spiritosa capigliatura rosseggiante da elettroshock, ha esposto in larga parte le sezioni che compongono il festival: il concorso internazionale, il concorso documentari, internazionali e italiani, festa mobile - ritratti d’artista, onde - panorama off nella cinematografia più sperimentale, after hours dove fa da padrone il cinema di genere (in maggioranza horror), spazio Torino, italiana.corti, diritti & rovesci, sezione di cinque documentari a firma femminile scelta dall’ex direttore Paolo Virzi. Da un numero incredibile di quattromila visioni, sono arrivate a far parte del programma quasi duecento pellicole, tra corti medi e lungometraggi.
Nelle parole dalla direttrice il festival rivendica una natura sperimentale insieme ad un versante pop, inaugurato dai cambi di direzione artistica degli ultimi anni, attraverso l’alternarsi dei registi Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzi.
Grande anteprima (da far sfigurare gli altri festival italiani: in guardia!) la nuova fatica di Woody Allen Magic in the Moonlight, film ambientato ai tempi dell’età del jazz fitzgeraldiana, con un Colin Firth dal perfetto phisique du rôle e una Emma Stone in vertiginosa ascesa.
Una strizzata d’occhio al pubblico televisivo con l’ultimo film del trio di Boris (serie tv di culto) - Torre, Ciarrapico, Vendruscolo - Ogni maledetto Natale, con due dei fratelli Guzzanti, Corrado e Caterina, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Laura Morante e molti altri.
Presidente di giuria Ferzan Ozpetec, regista turco ormai naturalizzato italiano, autore di commedie e drammi (psicodrammi, melodrammi, radiodrammi?) di consenso popolare e di successo al botteghino, affiancato da Geoff Andrew, critico inglese, Debra Granik, regista americana (che presenta fuori concorso Stray Dog), György Pálfi, regista ungherese (Taxidermia a Cannes nel 2006 e Final Cut - Ladies and Gentlemen, film di montaggio sui baci nel cinema hollywoodiano) e Carolina Crescentini, starlette italiana (inimitabile nel ruolo de "la cagna" nella sopra citata serie Boris).
In concorso due esordi italiani: l’attrice-regista-autrice teatrale Eleonora Danco, libera e folle nel suo impulso creativo caotico, con N-capace, viaggio tra Terracina e Roma di una squinternata e dei suoi incontri stradali, tra finzione e documentario; e Frastuono di Davide Maldi, Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti, storia adolescenziale tra provincia tosco-emiliana e Berlino.
Molti documentari, in e fuori concorso: Gaglianone, De Lillo, Labate, Quatriglio, Sesti su Dalla, Placido, Nicchiarelli.
Altre anteprime: quella europea di La teoria del tutto di James Marsh sul fisico Stephen Hawking, il film di chiusura Wild del canadese Jean Marc Vallée (regista di Dallas buyers club, per il quale Mattew McConaughey e Jared Leto hanno vinto l’Oscar 2014).
Per il godimento di un pubblico di nicchia, giovanile e non solo, il nuovo horror del giapponese cult Sion Sono (Tokyo Tribe) e il documentario del vincitore del Pardo d’oro a Locarno, il filippino Lav Diaz, Storm Children – Book 1, sulla passeggiata di dei bambini tra le macerie dello tsunami. Imperdibile la retrospettiva New Hollywood Suicide is Painless: il nuovo cinema americano 1967-1976, con capolavori indimenticabili e ritrovamenti da scoprire (The wild Angels di Corman, Easy rider, Five easy pieces, Duel, California poker, Return of The Secaucus Seven di John Sayles, solo per citare qualche titolo).
Il festival assegna Gran Premio a Julien Temple, discontinuo genio del cinema britannico, autore di Absolute beginners, maestro del video musicale (Kinks, Depeche Mode, David Bowie, Culture Club, Sex Pistols, Rolling Stones e tanti altri), ennesima riprova che a Torino si è appassionati cinefili da maratone di molte ore di versione originale in cinese ma si ha anche voglia di ballare, ridere, saltare sulla poltrona a ritmo di rock.


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